Regione Lazio: 11 milioni di euro per il ripascimento delle spiagge

La giunta regionale del Lazio ha stanziato 11,5 milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 4 da parte del Campidoglio, per una grande operazione di ripascimento del litorale romano. Una parte dei fondi verrà destinata al posizionamento dei cosiddetti pennelli a T, una serie di rocce naturali disposte sott’acqua e in prossimità della costa con la funzione di impedire al mare di asportare la sabbia durante le mareggiate. Un’altra parte dei fondi, inoltre, verrà utilizzata per il ripascimento morbido, cioè per trasportare sabbie marine compatibili con quelle di Ostia e allargare di almeno 10 metri la spiaggia disponibile. I lavori, che saranno armonizzati con la prossima stagione balneare e che verranno svolti prima e dopo i mesi estivi, interesseranno un tratto di circa un chilometro e mezzo a partire dal Canale dei Pescatori in direzione Torvajanica. “In dieci anni stiamo toccando quota 400 milioni di euro spesi nel Lazio per opere di ripascimento – ha affermato in una nota, il presidente nazionale e capogruppo in Regione dei Verdi, Angelo Bonelli commentando la decisione -. In maniera irresponsabile non si vogliono affrontare le vere cause che determinano l’erosione, come la rapina di detriti e sabbia nei fiumi, e la cementificazione delle nostre coste. Il ripascimento deciso oggi su Ostia, in particolare sui primi 400 metri, che vanno dal Casale dei Pescatori alla Cristoforo Colombo, riguarda spiagge che non hanno alcun bisogno di queste operazioni. Gli interventi si spiegano solo per consentire ai gestori degli stabilimenti di proseguire le loro attività economiche. I cittadini pagano tre volte il mare, mentre i gestori pagano concessioni risibili, anche di pochi centesimi di euro al metro quadro per ogni mese. Nel dettaglio i cittadini pagano tre volte quella che una vera e propria tassa sul mare: l’ingresso all’arenile che è illegale, la sabbia per i rinascimenti fatti con soldi pubblici e i canoni irrisori dei gestori che si configurano come un danno per le casse dello Stato”.

Salvatore Carruezzo