Porti del Nord Sardegna: parte da Porto Torres il progetto Green Port

Inizia oggi, a Porto Torres, la prima sessione della campagna di monitoraggio dei gas inquinanti prodotti dalle navi nei porti del Nord Sardegna.

Sulle banchine dello scalo occidentale, l’Arpas, di concerto con l’Autorità Portuale  – e a seguito di una serie di tavoli tecnici con Regione, le due Province, con i Comuni e l’Autorità Marittima – posizionerà un Laboratorio Mobile che, per tre settimane, effettuerà un attento monitoraggio della qualità dell’aria in tutta la zona portuale.

L’iniziativa, che partirà già da questa mattina dal Porto Commerciale, costituisce la premessa fondamentale per il più ampio progetto dei Green Port, i cosiddetti porti verdi: realtà eco compatibili, con un basso impatto ambientale, in linea con le nuove politiche europee.

Infatti, i dati che emergeranno dai monitoraggi verranno utilizzati per la successiva fase di studio, che si concretizzerà con l’elaborazione di un documento di programmazione di interventi ambientali e strategici. Successivamente all’approvazione del Comitato Portuale, la Port Authority, di concerto con la Regione, le due Province, con i Comuni e l’Autorità Marittima, detterà le linee di intervento per una riduzione reale di alcune fonti di inquinamento.

“Abbiamo iniziato proprio da Porto Torres perché la situazione ambientale fragile, compromessa dall’inquinamento della darsena servizi, ci impone un intervento immediato rispetto agli altri due scali – spiega Paolo Piro, Presidente dell’Autorità Portuale -. Con una nota di mercoledì 10 agosto, che segue una serie di riunioni tecniche avviate nel mese di ottobre 2010, l’Arpas, con grande sensibilità, si è resa disponibile al posizionamento di una centralina mobile che rimarrà in funzione fino a fine agosto.

Successivamente monitoreremo Olbia e Golfo Aranci, porti che vivono una situazione ambientale sicuramente migliore, ma non per questo esente da un intervento radicale di riduzione delle emissioni”. Numeri alla mano, infatti, nei tre scali del Nord isolano arrivano e ripartono circa 11 mila navi all’anno, per un traffico che, nel periodo estivo, arriva fino 70 movimenti al giorno (40 dei quali solo ad Olbia).

“I principali porti europei e statunitensi, ma anche realtà nostrane come Civitavecchia, Livorno e Venezia, hanno già messo in campo delle azioni concrete – continua Piro -. Si parla di elettrificazione delle banchine che, con una fornitura di energia erogata dal porto attraverso una vera e propria presa di corrente, consentirebbe alle navi di spegnere i generatori durante la sosta, azzerando totalmente le emissioni.

Ma ci sono anche altre soluzioni più immediate, come l’imposizione dell’utilizzo di carburanti puliti e leggeri. Iniziative che, necessariamente, devono partire da una base solida di informazioni derivanti da uno studio, ma, anche, attraverso un necessario confronto con tutti i porti transfrontalieri, che programmeremo dal mese di settembre, per l’attuazione di una strategia comune”.