Porto di Pescara: sequestrata draga per i lavori

La nave che aveva appena cominciato l’operazione di dragaggio dei fanghi nel porto canale di Pescara che sarebbero stati poi sversati in mare, è stata sequestrata stamani dai carabinieri del nucleo operativo ecologico di Pescara e dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Pescara.

Il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal gip distrettuale dell’Aquila, Marco Billi, sui richiesta della procura distrettuale antimafia dell’Aquila. Nella nota del procuratore, Alfredo Rossini, si sottolinea che con il sequestro della nave ha portato al blocco dello sversamento in mare dei fanghi di dragaggio.

L’operazione è finalizzata ad impedire l’immersione di sedimenti portuali contaminati da DDT (pesticidi) ed evitare un danno all’ecosistema marino. La misura del sequestro è stata preceduta da complesse attività di indagine e di perizie. Come sottolinea nella nota il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, il provvedimento mira a scongiurare che venga consumato il reato di traffico illecito di rifiuti previsto dal Testo Unico Ambientale e dalla normativa a tutela dell’ambiente marino.

Le previsioni stimano in circa 72.000 metri cubi il quantitativo di sedimenti da dragare e da immettere successivamente in un’area di mare prospiciente il litorale pescarese. Le attività di dragaggio dell’area portuale di Pescara – avamporto e darsena commerciale – previste da apposito decreto del Ministero dell’Ambiente, risultano appaltate dal Commissario Delegato, il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, alla ditta Gregolini Lavori Marittimi Srl della provincia di Venezia.

L’intervento era cominciato nella mattinata mediante l’impiego della moto draga autoscaricante «Gino Cucco» dell’armatore società La Dragaggi Srl di Venezia. Sul draraggio nel porto canale di Pescara da tempo ci sono polemiche, e anche esposti, sia sui costi dell’operazione e sia sulle modalità.