Porto di Bari: interrogazione di Tassone alla Camera

Il gruppo Unione di Centro, ha presentato alla Camera un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero di Infrastrutture e Trasporti a firma di Mario Tassone sulla gestione dell’Autorità portuale del Levante e che richiede una risposta scritta. Riportiamo di seguito il testo integrale.

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

la gestione del presidente dell’autorità portuale di Bari, signor Francesco Palmiro Mariani, è stata caratterizzata da evidenti irregolarità e da una conclamata incapacità amministrativa, che ha prodotto continue e crescenti perdite finanziarie tali da condurre, oggi, l’Ente al dissesto economico;

difatti, l’esercizio 2010 dell’autorità portuale di Bari è stato chiuso con un disavanzo di gestione di euro 622.665,73;

nel bilancio dell’esercizio 2009 e in quello dell’esercizio 2010 sono state commesse gravi irregolarità, in quanto sono state illegittimamente imputate, tra le entrate, somme non certe e non esigibili, rispettivamente pari ad euro 1.325.462,18 e circa euro 600.000, relative a presunti crediti stabiliti unilateralmente dall’Autorità portuale e pretesi ai danni della concessionaria Bari Porto Mediterraneo Srl tutt’oggi oggetto di contenzioso dinanzi al giudice ordinario, avendo il Consiglio di Stato, con recente sentenza del 19 gennaio 2012, dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo;

pertanto, eliminando dai bilanci 2009 e 2010 tali somme illegittimamente imputate, gli stessi bilanci presentano in realtà disavanzi di gestione rispettivamente di circa euro 500.000 e di circa euro 1.200.000;

con il decreto ministeriale n. 357 del 13 ottobre 2011 dei Ministeri delle infrastrutture e trasporti e dell’economia, l’autorità portuale di Bari è stata l’unica in Italia ad aver subito la revoca di circa 86 milioni di euro, ossia di tutti i finanziamenti di cui disponeva per la realizzazione delle infrastrutture portuali, per non aver bandito le gare né realizzato progetti cantierabili nel corso degli ultimi cinque anni, proprio quelli in cui l’autorità portuale è stata gestita dal signor Mariani;

anche il bilancio 2011, approvato nella seduta del comitato portuale del 24 aprile 2012, presenta secondo l’interpellante elementi di dubbia regolarità per quanto attiene alla valutazione dei crediti riferiti alla procedura fallimentare in corso ai danni della Bari Porto Mediterraneo – la cui valutazione appare all’interpellante in contrasto con l’articolo 43 del Regolamento di amministrazione e contabilità della stessa autorità portuale, in relazione alla verifica dell’esistenza dei residui attivi e passivi;

infatti, il tribunale di Bari, con sentenza n. 52 del 28 marzo 2012, ha dichiarato il fallimento della società di Bari Porto Mediterraneo S.r.l., a seguito di istanza di fallimento presentata dal liquidatore professore avvocato Francesco Macario, nominato dallo stesso tribunale di Bari, in cui ne ha attribuito le responsabilità esclusivamente all’Autorità portuale ed ai suoi comportamenti;

nonostante che tale evento si sia verificato prima dall’approvazione del bilancio 2011 e del quale l’autorità portuale, il suo presidente ed il collegio dei revisori dei conti ne fossero a piena conoscenza, non se n’è fatto nel bilancio e nessuna conseguenza se n’è apportata nello stesso bilancio, avendo lasciato invariati i residui attivi da riaccertare per il 2012, che per la sola partecipata Bari Porto Mediterraneo ammontano in bilancio ad euro 3.562.399,75;

peraltro, tale credito a quanto risulta all’interpellante è effettivamente pari a circa euro 1.500.000, in quanto, come già detto, per i circa 2.000.000 di euro che si rinvengono dai bilanci 2009 e 2010 non esiste alcun titolo esecutivo, essendo tuttora oggetto di contenzioso tra l’autorità portuale e la Bari Porto Mediterraneo;

a modo, del credito imputato nel bilancio 2011 di euro 3.562.399,75, ai sensi del citato articolo 43 del regolamento di amministrazione e contabilità e dei citati articoli del codice civile, a causa del fallimento della Bari Porto Mediterraneo, se ne sarebbe dovuta operare la cancellazione, essendo lo stesso di sicura inesigibilità;

per di più, anche l’ulteriore somma nel bilancio 2011 di euro 375.000, pari al valore nominale della quota di partecipazione dell’autorità portuale nella Bari Porto Mediterraneo, è rimasta in esso immutata ed invece, anche di questa, per gli stessi motivi, se ne sarebbe dovuta effettuare la cancellazione;

inoltre, nella relazione del presidente signor Mariani sul rendiconto generale 2011, è stato affermato che «non si è operata la svalutazione dei crediti»;

infine, nella relazione del collegio dei revisori dei conti allegata al bilancio 2011 viene affermato che, per effetto della citata revoca dei finanziamenti per le opere infrastrutturali, l’avanzo di amministrazione «risulta attualmente pari ad euro 4.770.048,76 a seguito del versamento di euro 21.182.049,70 effettuato dall’ente in favore dell’erario in data 5 marzo 2012, in ottemperanza a quanto disposto dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 nonché dal decreto ministeriale 357 del 2011»;

in effetti, depurando l’avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2011 – riportato nel bilancio 2011 pari a euro 25.952.098,46 – delle somme vincolate indisponibili, pari ad euro 25.489.156,19 (di cui come già detto sono già stati restituiti all’erario, euro 21.182.049,70 in applicazione del decreto ministeriale 357 del 2011), e dei crediti inesigibili nei confronti della Bari Porto Mediterraneo, pari ad euro 3.562.399,75, lacomplessiva situazione amministrativa presenta, oggi, un disavanzo finanziario di Euro 3.099.457,48;

inoltre, la situazione economica, come si evince dalla relazione del collegio dei revisori dei conti allegata al bilancio 2011, al netto di una mera operazione contabile di euro 895.714,52, presenta in sostanza una perdita pari ad euro 630.756,14 «di entità pressoché analoga a quella dell’esercizio 2010», potendosi affermare che la gestione economica dell’ente è oramai caratterizzata da un cronico squilibrio economico;

dal bilancio 2011 si rileva un’allarmante irrisoria disponibilità di cassa al 31 dicembre 2011, pari appena ad euro 264.958,38;

nel bilancio di previsione 2012, approvato nella seduta del Comitato portuale del 31 ottobre 2011, si evince un disavanzo di competenza per l’anno 2012 pari ad euro 4.108.523;

i rilievi mossi ai bilanci 2009, 2010 e 2011 dell’autorità portuale non sembra siano stati adeguatamente considerati dal collegio dei revisori dei conti, peraltro nominato da codesto Ministero interpellato;

di fatto, oggi, l’autorità portuale, per effetto della gestione del suo presidente signor Mariani, versa in una disastrosa situazione economica e gestionale, essendo stata compromessa la realizzazione delle infrastrutture portuali ed avendo prodotto l’impossibilità di funzionamento dell’ente;

tale situazione è stata preconizzata, e pertanto è oggi certificata, dallo stesso presidente dell’autorità portuale di Bari signor Mariani, il quale, a proposito della revoca dei finanziamenti di cui al decreto ministeriale n. 357 del 2001, nella nota protocollo n. 3123 del 31 marzo 2011 inviata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha dichiarato che «È di tutta evidenza che, qualora la ricognizione mettesse in discussione i fondi necessari alla realizzazione dei Piani triennali delle Opere, che formano parte integrante dell’avanzo di amministrazione, ci troveremmo, di fatto, dinanzi ad una profonda alterazione degli equilibri finanziari stabiliti con Bilanci già approvati dal Ministero competente compromettendo così la funzionalità dell’Ente»;

per quanto detto, l’attuale presidente dell’autorità portuale di Bari, signor Francesco Palmiro Mariani, è, secondo l’interpellante, il responsabile del depauperamento delle ingenti risorse finanziarie di cui disponeva l’autorità portuale e della conseguente «situazione fallimentare» in cui versa l’ente, divenuta tale da aver praticamente reso impossibile perfino la semplice gestione ordinaria dell’autorità portuale barese;

l’attuale Governo è fortemente impegnato nel risanamento e nel rilancio economico del Paese e nella rimozione di quelle situazioni di chiara e conclamata «mala gestio» -:

se l’attuale Governo, mantenendo fede alla mission tracciata dal Presidente del Consiglio e posta alla base del mandato conferitogli, intenda prendere seri e rapidi provvedimenti in merito alla gravissima situazione economica e gestionale dell’autorità portuale di Bari, prodotta dal suo Presidente signor Francesco Palmiro Mariani;

se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con solerzia e tempestività, intenda effettuare il commissariamento dell’autorità portuale di Bari, al fine di dotarla di una guida qualificata e competente per risanare il bilancio dell’ente, riattivare la realizzazione delle opere infrastrutturali e la qualificazione dei servizi, nonché per rilanciare l’immagine internazionale dello scalo barese.