Porto di Brindisi: il Tar dà ragione all’Authority sul ricorso di Aversa

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia di Lecce con l’ordinanza n. 447/12 ha respinto la richiesta cautelare presentata dall’Agenzia marittima Francesco Aversa volta ad ottenere la sospensione dell’efficacia del decreto presidenziale n.100 del 25 maggio scorso con il quale l’Autorità Portuale di Brindisi aveva interdetto l’accosto alle banchine per le navi Ionan Spirit, Ionan Sky e Penelope della Flanmare Lines S.A. raccomandate dalla stessa Agenzia marittima.

I magistrati Antonio Cavallari, Patrizia Moro e Claudia Lattanzi, riunitisi l’11 luglio in camera di consiglio, hanno respinto l’istanza cautelare presentata dall’Agenzia marittima Francesco Aversa ritenendo “legittima l’inibizione della fruizione di servizi a chi rifiuti di partecipare agli oneri che costituiscono parte del costo dei servizi stessi e posti a carico dei fruitori”.

Difatti, come si evince dal drecreto presidenziale dello scorso maggio, l’Autorità Portuale di Brindisi vanta un credito di 898.169,55 euro oltre gli interessi legali dall’Agenzia marittima ricorrente. Da qui la decisione di interdire l’uso delle banchine gestite dall’Autorità Portuale alle tre navi in questione fino all’avvenuto totale pagamento dei diritti portuali dovuti all’Ente ovvero fino alla presentazione di idonea garanzia bancaria di pari valore.

Pertanto, in forza del D.P. 100 del 25-05-2012 giusta ordinanza N. 447/12 del TAR, alle navi Ionan Spirit, Ionan Sky e Penelope della Flanmare Lines S.A. è negato l’accosto alle banchine del porto di Brindisi.

I diritti portuali, che in questo porto ammontano solo a 0,99 centesimi di euro a passeggero, costituiscono linfa vitale per l’Ente, poichè concorrono parzialmente alla copertura dei costi sostenuti per servizi di: security, pulizia di piazzali e banchine, impianti di illuminazione, trasporto passeggeri con navette, energia elettrica e quant’altro necessario per l’ordinario funzionamento dello scalo marittimo.

L’ordinanza n.447/12 conferma che in questo porto, come in tutti gli altri porti del mondo, sussistono delle regole il cui rispetto costituisce la chiave di volta per qualsiasi iniziativa di sviluppo e di corretta gestione.