Porto di Brindisi: definite le competenze per Costa Morena

Si è finalmente concluso il procedimento di delimitazione delle aree demaniali marittime ricadenti nel porto di Brindisi legate alla vicenda denominata scorporo che vedeva protagonisti da una parte l’ASI e dall’altra l’Autorità Portuale. Tale vicenda si trascinava dal 1994, ovvero fin dall’istituzione dell’Autorità Portuale a Brindisi, che è subentrata nelle aree portuali,  gestite dal consorzio ASI e che ha dato origine ad un contenzioso affrontato sia a livello amministrativo che giudiziario.

La definizione della questione era stata più volte sollecitata dallo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla locale Capitaneria di Porto, in quanto l’art. 32 del Codice della Navigazione attribuisce al Capo del Compartimento Marittimo il potere di avviare il procedimento di delimitazione coinvolgendo le parti interessate, che possono presentare memorie e/o formulare osservazioni. Terminata l’istruttoria di rito questa Autorità Marittima ha redatto il prescritto verbale di delimitazione con il quale è stata dichiarata la demanialità delle aree, che in data odierna è stato restituito con l’approvazione della Direzione Marittima di Bari e della locale Agenzia del Demanio.

Nel corso dei lavori è stato dato atto, dal Comandante della Capitaneria di Porto, C.V. (CP) Mario VALENTE, dell’importanza dell’attività e delle opere realizzate con fondi pubblici su aree private espropriate dal consorzio ASI per ampliare le banchine ed i piazzali dell’area di Costa Morena. La titolarità della gestione di tali infrastrutture, in quanto ricadenti nell’ambito portuale, doveva poi “ex lege” essere trasferita in capo all’istituita Autorità Portuale e che invece è stata all’origine di una controversia ventennale denominata scorporo che non ha consentito il pieno passaggio gestionale delle citate aree portuali dall’Ente Consortile all’Autorità Portuale.

L’aver raggiunto la definizione dell’annosa questione, individuando l’ambito di competenza dei due Enti e delimitando le aree portuali da quelle esterne e non interessate da attività connesse alla navigazione marittima, consente all’Autorità Portuale di poter prevedere compiutamente la destinazione di dette aree con progettualità nuove e le richieste di finanziamenti possono così basarsi su legittime e concrete possibilità di utilizzo.