Rapporto Srm: i porti del Nord Europa leader

I porti del Northern Range Europeo tra cui Rotterdam, Anversa e Amburgo restano leader del commercio internazionale con una quota del 62% in Europa, ma l’Italia resta prima in Europa nel segmento Short Sea Shipping nel mar Mediterraneo, con una quota di mercato delle merci trasportate del 37%. Questi alcuni dei dati che emergono dal primo rapporto Italian Maritime Economy redatto grazie alle attività connesse al nuovo portale dell’istituto Studi e ricerche del Mediterraneo (Srm), l’Osservatorio Permanente sull’Economia del Mare.

Il rapporto è stato presentato a Napoli, nella sede del Banco di Napoli, l’istituto di credito del gruppo Intesa Sanpaolo di cui fa parte Srm. “Non dobbiamo dimenticare – ha sottolineato Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli – che siamo un Paese marittimo. Lo dicono la storia e l’economia. Il 19% del traffico marittimo internazionale passa nel Mediterraneo ed è in costante crescita dal 2005, nonostante la crisi economica in Europa e l’instabilità politica nella sponda Sud del Mediterraneo, a conferma del fatto che il Mediterraneo è sempre più centrale nell’economia globale”.

La centralità marittima è confermata dal dato secondo cui un terzo del totale del commercio estero italiano avviene via mare, per un totale di 230 miliardi di euro e la crescita è dimostrata dal dato sul segmento container italiano, che torna a superare i 10 milioni di teus, anche se non torna ancora ai dati pre-crisi del 2008 che parlavano di 10,5 milioni di teus. L’Italia gioca dunque ancora un ruolo centrale, anche se il nord Europa domina: la somma delle merci movimentate nei porti italiani è di 477 milioni di tonnellate, terza, in volume assoluto, in Europa dietro Olanda e Regno Unito. Il peso del Mezzogiorno è pari al 48% del totale.

“I porti del Nord Europa – ammonisce Paolo Scudieri, Presidente SRM – così come quelli della sponda Sud del Med, hanno investito molto nel miglioramento infrastrutturale e oggi hanno guadagnato posizioni importanti. L’Italia cosa attende a comprendere che il Mezzogiorno ha una vocazione logistica naturale che potrebbe essere meglio sfruttata a beneficio di tutto il Paese?”. Sul sud, in particolare, il rapporto Srm parla del 63% delle sue merci in valore che vengono importate ed esportate via mare.

Forte anche il tessuto imprenditoriale legato al settore, visto che il 40% del totale del cluster marittimo italiano (pari a 7.000 imprese) è presente nel Mezzogiorno, che conta quindi oltre 2.700 imprese. Ma sul futuro della nostra economia marittima pesano dati che fanno riflettere: solo il 6,3% dei volumi che transitano per Suez giunge infatti in Italia, a causa dei ritardi e delle incertezze sui tempi di transito delle merci. “Ciò si traduce in una perdita sia in termini di redditività per l’imprenditoria locale sia in termini di benefici per lo Stato”, si legge nel rapporto”.

Sul traffico container a livello internazionale, infine, il Northern Range continua a mantenere un ruolo forte nonostante perda quasi il 4% dal 2008 al 2013, a fronte di una significativa crescita dei porti mediterranei (dal 35% al 39%) grazie allo sviluppo degli scali dell’East Med e alla realizzazione di nuove strutture nei paesi nordafricani. Da segnalare la forte crescita della Turchia: al primo trimestre 2014 ha registrato un +11,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Considerando solo i porti ai porti hub container, spicca la crescita di Tanger Med insieme ad altre tre realtà che stanno marciando a ritmi molto sostenuti: Valencia (quota di mercato 17%), Algeciras (17%, pur avendo perso qualcosa negli anni) ed il Pireo (12%).