Porto di Brindisi: ecco la relazione presentata da Haralambides alla Regione

Riportiamo di seguito il documento che, in occasione della riunione di giovedì 9 ottobre, ha presentato il presidente dell’Autorità portuale di Brindisi, Hercules Haralambides, alla Regione. L’incontro era stato convocato dall’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini per discutere del futuro dei porti di Brindisi, Bari e Taranto.

Egregio Presidente, Egregi Signori Componenti,

Vi ringrazio ancora per il gentile invito rivoltomi pregandovi al contempo di accettare le mie più sentite scuse per la mia assenza dovuta a impegni concomitanti assunti da tempo.

Nel condividere pienamente la vostra iniziativa vogliate accogliere un mio breve testo sull’ accennato argomento all’ordine del giorno sperando di poter fornire minimo contributo alla discussione ferma restando la mia disponibilità ad un eventuale ed auspicabile prosieguo dell’attività promossa.

Dalla più che millenaria vocazione di ponte verso l’oriente, Brindisi ha saputo trovare negli ultimi decenni le giuste specifiche che ora caratterizzano la sua infrastruttura portuale ed industriale, con un bacino di oltre 6 milioni di mq e più di 6 Km di banchine, come una tra le più complete, polifunzionali e sicure di tutto il mediterraneo. Dal suo porto interno, dove trova allocazione una tra le più importanti basi militari del Paese al porto medio con i suoi traghetti e i traffici commerciali fino al porto esterno destinato al supporto della grande industria, infatti, oggi il porto di Brindisi si pone come vero modello multi purpose di nuova generazione.

Vista la sua posizione assolutamente strategica nel Mediterraneo, e pure il suo ruolo storico, –un aspetto importantissimo in riferimento allo sviluppo del settore crocieristico-, il porto di Brindisi non può non essere un protagonista in qualsiasi scenario riguardante una riorganizzazione del sistema portuale pugliese. Questo fatto diventa particolarmente rilevante oggi in virtù delle decisioni dei grandi operatori armatoriali dei contenitori e delle loro scelte per quanto riguarda i porti pugliesi.

Negli scorsi due anni, il porto di Brindisi ha mostrato una crescita costante, un bilancio sano, ed una solida profittabilità. Ciò non è sempre  comune a molti altri porti italiani, inclusi quelli pugliesi. Ci sono due tipi di traffico che fanno di Brindisi un porto di rilevanza internazionale: le importazioni del carbone per la centrale termoelettrica Federico II di Cerano; e il traffico RoRo / RoPax del Gruppo Grimaldi.

Carbone. Ogni anno, Brindisi importa circa 5 milioni di carbone di provenienza mondiale (Australia, Brasile, ecc.). Ogni giorno, Brindisi ospita 1.4 carboniere di tipo Panamax (60-70 mila tonnellate), e i proventi di questa attività rappresentano la metà dei proventi dell’Autorità portuale.

Traffico Grimaldi. La recente politica di grande favour nei confronti delle cosiddette “sea ways”, poi, ha fatto si che si registrasse, nonostante la grave crisi economica congiunturale ancora perdurante, il più alto tasso percentuale di crescita  di tale tipologia di traffico nel panorama nazionale tanto da far meritare a Brindisi un significativo e lusinghiero tributo da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti nell’ambito della veicolazione informativa del PON 2007 – 2013 con il documentario “Il Viaggio delle Merci” .

Nel documento didattico – scientifico è rilevata, infatti, la grande strategicità posizionale del porto salentino che porterà a breve, tra l’altro, alla realizzazione di un grande hub da parte di un primario operatore marittimo mondiale come Grimaldi Group. Ciò a conferma della grande vocazione commerciale – industriale che pone Brindisi come primo scalo italiano per volumi di traffico merci nel medio e basso adriatico. Inoltre, il completamento di importantissime opere attualmente in corso (collegamento ferroviario tra le banchine di Costa Morena Est, realizzazione piattaforma intermodale di Costa Morena Est) consentirà l’avvio di operazioni portuali anche nel settore dei contenitori, dove si rileva già il significativo interesse da parte di investitori internazionali.

Grimaldi, il gruppo più grande del mondo del traffico Ro/Ro, ha scelto di  rendere Brindisi un vero loro “hub” internazionale. Merci e passeggeri viaggiano dalla Grecia alla Spagna, e dal nord Italia/nord Europa diretti verso la Sicilia e Malta. Il Gruppo ha piani importanti per il futuro, avendo già chiesto una concessione ventennale di un terminal in un luogo centrale del porto. Come un “hub croce” –nord/sud / est/ovest- il Gruppo Grimaldi sta facendo un uso ottimale delle “Autostrade del Mare”, cioè una politica centrale della Unione europea non solo finalizzata a evitare il traffico stradale ma pure a sviluppare connessioni con paesi terzi via mare.

Crociera. Non solo merci però. Oltre alla ripresa del “classico” dato riferito al traffico passeggeri con auto al seguito da e per le coste greche ed albanesi, il grande richiamo attrattivo del territorio salentino con le sue inestimabili ricchezze storiche, artistiche, culturali per non riferire di quelle paesaggistiche ed enogastronomiche sta facendo si che anche le principali compagnie crocieristiche si stiano affacciando sempre con più entusiasmo alla nostra sponda.

E’ di quest’anno, infatti, la significativa presenza delle grandi navi da crociera come la Mein Schiff 3 della tedesca TUI Cruises che ha già confermato lo stesso numero di approdi per i prossimi anni; compagnia alla quale già dalla prossima stagione turistica si affiancherà anche la MSC con oltre 40 approdi per un dato complessivo stimato di passeggeri vicino alle 700 / 800 mila unità. La contiguità del sedime aeroportuale con il bacino portuale, già opportunamente evidenziata dalla pianificazione regionale , consentirà inoltre, nel breve termine, alla realizzazione di una vera connessione intermodale aereo – nave, a costituire un home port che oggi solo pochi nodi al mondo possono vantare.

La connettività del porto con le reti stradali e ferroviari è idonea ed immediata . Basterebbe dire che il tempo impiegato dalla banchina alla superstrada non supera 15 minuti; e si tratta di un flusso totalmente fuori il traffico urbano. Peraltro, le destinazioni del traffico crocieristico (Lecce, Ostuni, ecc.) sono destinazioni Salentine: 20 minuti per Lecce –una destinazione “top” – rispetto alle 2 ore per Bari.

Brindisi è un porto unico al mondo per avere un aeroporto praticamente dentro il porto. L’opera infrastrutturale, che APB comincerà presto, secondo la domanda dello Stato Maggiore, permetterebbe l’uso della nuova banchina ONU pure per il traffico crocieristico. La distanza dalla banchina al terminal aeroportuale è meno di un kilometro e ciò consentirebbe la creazione di un vero “home port” di crociera.

Grazie ai finanziamenti europei (PON 2014-2020) le due grande opere del porto, cioè gli accosti a S. Apollinare e il dragaggio/colmata di Costa Morena Est, presto andranno avanti. Ciò, assieme alla piastra logistica che il porto sta pianificando insieme con il consorzio ASI, farà di Brindisi un vero porto di traffico intermodale. Il progetto della Piastra Logistica retroportuale di Brindisi, in particolare, già sottoposto al vaglio del Consiglio Superiore LL.PP., sintetizza le volontà ufficialmente espresse dalle Istituzioni locali e regionali di potenziare le funzioni intermodali del Porto di Brindisi e delle sue aree retroportuali per venire incontro alla domanda espressa dal Grande Salento e dai corridoi paneuropei che fanno riferimento all’area balcanica meridionale ad al quadrante orientale del Mediterraneo. In tale spirito è allo studio la riperimetrazione e riattivazione del Punto Franco Doganale di Brindisi, istituito a suo tempo con legge dello Stato.

In conclusione, gli andamenti sono visibili così come le prospettive. L’auspicio è allora rivolto al mantenimento sia del pensiero sia del potere decisionale della comunità salentina riguardo lo sviluppo della sua terra sul tema della portualità e della logistica, nell’ottica del grande distretto logistico del “Basso Adriatico – Ionio” pure originariamente propugnato e disegnato dallo stesso Ministro Lupi.

Ogni subordinazione del porto di Brindisi nell’ambito di un piano dei trasporti e della logistica pugliese sarebbe sbagliata, come è stato sbagliato lasciare Brindisi al di fuori dei “porti core” dell’UE. Tale subordinazione sarebbe una decisione politica e non affatto economica, e tale decisione dovrà essere spiegata chiaramente al popolo del Salento che si aspetta uno sviluppo regionale equilibrato della sua regione.