IL PORTO DI VENEZIA E IL SUO PORTO OFFSHORE ALL’INTERNATIONAL TRANSPORT FORUM

LIPSIA – Il Porto di Venezia è stato invitato a partecipare al summit annuale dell’International Transport Forum dell’OECD, alla presenza dei Ministri dei Trasporti e dei maggiori rappresentanti del mondo dell’industria e della ricerca nei trasporti e della logistica.

Quest’anno l’incontro è dedicato ad approfondire l’importanza dei trasporti “green” per cercare soluzioni per ridurre le emissioni inquinanti per consentire la crescita economia dei paesi, delle economie e dei relativi posti di lavoro in maniera sostenibile.Attualmente la portualità si trova di fronte alla necessità di rispondere alla sfida della riduzione delle emissioni attraverso la ricerca di innovazioni tecnologiche e organizzative da applicare nei porti, ma ancor più da favorire nelle tratte marittime e terrestri delle catene logistiche.

Questo significa imparare a gestire il gigantismo navale e costruire catene logistiche verdi che mettano assieme in maniera sostenibile le tre “gambe” del sistema: le tratte marittime, i porti e l’hinterland servito.Mentre i porti sono direttamente responsabili di una minima parte delle emissioni, per ridurre al massimo la produzione di Co2 la vera differenza si gioca sulla scelta del “porto giusto, in termini posizione geografica e capacità operativa.

“Questo concetto, ha dichiarato Paolo Costa nel corso della tavola rotonda intitolata “Innovazioni per il trasporto marittimo verde: il ruolo dei porti” – è particolarmente valido per le catene logistiche tra Europa e Far East, nelle quali la tratta marittima conta per il 68% delle emissioni di Co2, il come si raggiunge il mercato a terra per il 30% e, infine, i porti contano per il 2%. Questo significa che avere porti efficienti capaci di accogliere le mega navi potrebbe consentire di abbattere le emissioni a 30kg per container per giorno dagli attuali 120kg prodotti dall’uso di navi più piccole che oggi operano sulla rotta verso oriente.

La scelta di un porto capace di accogliere le mega navi e vicino al mercati di destinazione è quindi la chiave per realizzare catene sostenibili che minimizzino le esternalità garantendo le connessioni più brevi e quindi più verdi”.Per realizzare questo obiettivo è evidente che servono innovazioni tecnologiche portuali capaci di gestire nuovi modelli di trasporto basati sì sull’uso delle mega navi, ma anche capaci di deconsolidare i traffici in maniera efficiente e flessibile grazie all’inoltro delle merci via strada, ferrovia e lungo le vie navigabili lungo le vie più brevi.

In questo contesto è stato presentato il progetto di sviluppo del porto di Venezia che con il suo sistema portuale offshore-onshore sarà capace di accogliere navi da oltre 18.000 TEu (contro le attuali 7mila) e di movimentare complessivamente 1,5 milioni di TEU. In collegamento ferroviario, stradale e via navigazione interna con il vicino mercato di riferimento, e contribuire progressivamente a raggiungere quel livello di 6 milioni di TEU che è alla portata e condizione di successo dei porti dell’Alto Adriatico se questi sapranno cooperare.

A Venezia il sistema offshore-onshore sarà capace di creare un unico modello di sviluppo utile ad attivare un punto di entrata e uscita per le merci che si muovono lungo i corridoi europei della rete Ten- T che minimizza le distanze e le emissioni tra il mare e il nuovo centro della manifattura europea sempre più spostato verso est.