Iran libera sette membri dell’equipaggio della Stena Impero

Teheran. Abbas Mousavi, portavoce del ministero degli Esteri iraniano, ha comunicato la liberazione di sette membri dell’equipaggio della petroliera inglese Stena Impero, sequestrata a luglio scorso dai Pasdaran,  perché aveva violato le leggi internazionali sulla navigazione.  A bordo tra i ventitré membri di equipaggio, composto di marinai di varie nazionalità, vi sono anche tre russi, mentre nessun cittadino britannico è presente a bordo.

Nella nota, Mousavi precisa che “L’Iran non ha alcun problema con l’equipaggio e con il capitano, fermati naturalmente dopo che la nave era stata intercettata per aver violato la legge; la liberazione è stata decisa per motivi ‘umanitari’ e non ha alcuna relazione con il rilascio della petroliera Grace 1 (poi ri-nominata Adrian Darya 1) da Gibilterra il mese scorso”. Si pensa … che il gesto ‘umanitario’ sia stato necessario per alleggerire i negoziati sui fronti francesi e russi.

Infatti, il ministro iraniano degli Esteri, Mohammad- Javad Zarif, da Mosca, ha rilevato che l’incontro russo fa parte di una normale e fattiva collaborazione con Cina e Russia a sostegno del negoziato JCPOA; mentre la stessa considerazione non si riscontra con i partner europei che nulla hanno fatto per contrastare il ’terrorismo economico’ degli Usa contro l’Iran. Riferendosi poi alla riunione del suo vice con i funzionari francesi, Zarif ha affermato che riguarda solo i ‘propri impegni’ bilaterali su relazioni economiche e non la ‘rinegoziazione’ dell’accordo sul nucleare.

E ancora, Zarif ha affermato che “… per quanto riguarda la presenza militare degli Stati Uniti nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz, non farà altro che aumentare ‘l’insicurezza alla navigazione, anziché la sicurezza in quel tratto di mare”. “Non ci sarà sicurezza nella regione senza l’Iran – ha aggiunto Zarif – e che la libertà di navigazione, come le leggi internazionali affermano,  è un istituto giuridico globale. Non si può avere libertà di navigazione nello Stretto di Hormuz, e non nel Canale di Suez o nello Stretto di Gibilterra. …

Gli Usa stanno distruggendo il diritto internazionale in generale.” Intanto, la petroliera Adrian Darya da ieri sera ha spento il proprio sistema automatico d’identificazione (AIS) della propria posizione, e al largo delle coste, in stato “for order”, e navigava lentamente con rotta verso il porto siriano di Tartus. Tutto lascia pensare che ci si appresta ad allibare su altre piccole navi la parte di greggio necessaria per poter attraversare lo Stretto di Suez.

Abele Carruezzo