Fincantieri: arrivano le commesse in attesa dell’incontro con Tajani

La società armatrice Deiulemar di Torre del Greco è pronta a dirottare nello stabilimento Fincantieri di Castellammare la costruzione di sei navi bulk-carrier, programmata in Asia. Ciò potrebbe garantire allo stabilimento almeno quattro anni di lavoro. Ma la Deiulemar chiede in cambio garanzie concrete: l’immediata firma dei pre-accordi, la possibilità di lavorare con prezzi competitivi, il rispetto dei tempi di consegna da parte del cantiere, infine che i lavori vengano esclusivamente eseguiti a Castellammare e non in altri stabilimenti Fincantieri.

Di tutto ciò i dirigenti della Deiulemar S.P.A. Pasquale Della Gatta, Angelo Della Gatta e Leonardo Lembo hanno discusso stamane con il governatore campano Stefano Caldoro e con l’assessore regionale Marcello Taglialatela. Era stata la stessa Deiulemar, giovedì scorso, a chiedere un incontro con i vertici regionali per concordare un accordo di programma industriale finalizzato a scongiurare l’emergenza sociale che si profila dopo l’annuncio della Fincantieri di voler chiudere lo stabilimento stabiese. Intanto per il 7 giugno a Strasburgo è previsto un incontro tra il responsabile economico del Pd Stefano Fassina, gli europarlamentari democratici David Sassoli, Gianni Pittella, Rita Borsellino, Sergio Cofferati, Andrea Cozzolino, Francesco De Angelis e Debora Serracchiani e il commissario per l’industria e l’imprenditoria Antonio Tajani per discutere degli interventi che la Ue può mettere in campo per fare fronte alla crisi della cantieristica.

Secondo Fassina e gli eurodeputati Pd, la Ue “può svolgere un ruolo fondamentale per superare la crisi del settore, particolarmente evidenziata dal caso di Fincantieri, la più grande azienda italiana per la cantieristica navale e tra le maggiori d’Europa che ha presentato un piano industriale di forte ridimensionamento”. La mobilitazione tempestiva del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione “prospettata da Tajani è una soluzione giusta e apprezzabile, ma non sufficiente per un’uscita reale dalla crisi”. Il Pd insomma chiede “un piano europeo che incentivi la revisione delle flotte, favorendo la sicurezza dei navigli ed il risparmio energetico anche attraverso un programma di rottamazione delle imbarcazioni inadeguate ed inquinanti, ma anche un sistema europeo di garanzie che tuteli gli ordini in essere e quelli futuri. Tutti i possibili strumenti di sostegno ed intervento da parte della Ue sono da collegare sinergicamente alle azioni che dovranno mettere in campo i governi nazionali, gli enti locali e le stesse aziende come Fincantieri”.

Salvatore Carruezzo