TECNOLOGIA – DIDATTICA – FORMAZIONE

Il comparto marittimo e della navigazione sente più degli altri i continui sviluppi della ricerca nel campo della formazione degli  Ufficiali della Marina Mercantile. Nuove tecnologie si sono affacciate negli ultimi anni e si sono resi disponibili – adattate – a funzioni di supporto all’istruzione nautica ed alla didattica della navigazione  e della sicurezza marittima, senza trascurare il comparto della simulazione navale.

Oggi occorre declinare tre poli di attrazione se miriamo ad una formazione di eccellenza: tecnologia – conoscenza – tempo. Tecnologia ed innovazione sono il valore aggiunto per la formazione. Oggi infatti, si parla di varie piattaforme e-learning. Però tutto il “nuovo” non sempre è efficace anzi, il rischio di una frammentazione culturale è molto forte e a volte la “conoscenza” (ridondante) può diventare superficialità professionale.

Una osservazione va fatta: il ciclo istruttivo dei nautici (2+2+1) è completo; semmai è la formazione professionale continua (post diploma) che necessita di tecnologia ed innovazione; cioè una accademia mercantile della marina mercantile non rappresenta tutta la “conoscenza”. La formazione, l’educazione, l’apprendimento aperto e a distanza sono temi di primaria importanza dell’istruzione da quando la conoscenza  è entrata nella rete di internet; la stessa internet ha messo in discussione la geografia e la territorialità della conoscenza e siamo lontani dall’esperienza inglese  della Open University del 1961.

Appare evidente come sia necessaria una continua attività di aggiornamento multidisciplinare ed anche multi-istituzionale per formare le generazioni future, perché il problema non è solo didattico-istituzionale, ma soprattutto culturale e di interesse della nostra società, perché si tratta sempre di nostri giovani. Ed è per questo che divengono importanti i centri di addestramento professionali – centri di simulazione navale – dove le conoscenze teoriche vengono messe a confronto con le situazioni – simulate – di sicurezza marittima. La didattica, in questi casi, è nettamente diversa da quella esercitata negli istituti nautici decenni addietro; non è la funzione “stato della nave” che viene espressa matematicamente su di una lavagna, ma una realtà “quasi-reale” simulata ad esprimere capacità di essere e mostrare competenze nautiche.

A questo punto, diventa interessante confezionare un tema di esame di stato per valutare una preparazione “matura” in navigazione di allievi nautici: risolvere un itinerario nautico determinando una rotta e controllarne la posizione della nave in un certo istante, oppure una determinazione del sistema nave su di un itinerario in sicurezza per la nave, il carico e l’ambiente? Stiamo parlando del processo del trasporto marittimo che utilizza sistemi energetici (le navi) per realizzare lo spostamento di merci e/o persone da un punto di origine ad un punto di destino, logisticamente accettabile.

Abele Carruezzo