Lo Stato non salva i cantieri navali di Pola e di Fiume

Pola-Appena un mese addietro si parlava di ristrutturazione dell’intero comparto industriale della cantieristica navale; poi la doccia fredda, lo Stato non ha sufficiente disponibilità economica. Il Governo di Zagabria, di fronte ad una profonda crisi dei due maggiori cantieri navali, l’Uljanik di Pola e il 3Maj di Fiume, non ha approvato la loro ristrutturazione accompagnandoli verso un fallimento delle due società.

Un comunicato povero: “Il Governo non può appoggiare la ristrutturazione delle due società nei parametri finora proposti dato che questa comporterebbe un rischio finanziario per lo Stato troppo alto, senza chiare garanzie per un esito soddisfacente.” Prima il Governo aveva accettato la proposta di ricapitalizzazione dei due cantieri navali da parte del partner Brodosplit di Spalato in cooperazione con la Fincantieri italiana.

Il Ministro Horvat ha visto poi una possibilità di partnership strategica di Zagabria con la Cina. Dopo la costruzione del mega ponte di Sabbioncello, affidata da Zagabria alla China Road and Bridge Corporation, Pechino potrebbe intrecciare nuovi affari congiunti con la Croazia. Durante i vari incontri ministeriali, infatti, è stato dichiarato il forte interesse verso tale settore croato da parte di China Shipbuilding Industry Corporation (CSIC), società cinese a controllo statale attiva nel settore navale.

Da giorni sono iniziati i colloqui mirati a un possibile risanamento e potenziamento dei due cantieri nord adriatici che da mesi hanno il conto bloccato e senza la possibilità di erogare gli stipendi ai 1.200 dipendenti. Politicamente si vuole mantenere l’attività cantieristica a Pola e a Fiume e allo stesso tempo esaminare e appoggiare altre iniziative. Horvat ha confermato che alcune compagnie cinesi hanno manifestato l’interesse a ottenere la concessione pluridecennale dello scalo contenitori fiumano in Riva Zagabria, oggi in costruzione.

I cinesi hanno fatto sapere di voler costruire la ferrovia Fiume – Zagabria – Budapest, infrastruttura che costituirebbe un’opportunità per lo scalo del Quarnero: grande centro logistico per le esportazioni di merci cinesi verso il Vecchio Continente e candidarsi porto hub europeo per le esportazioni verso la Cina. Intanto, sul fronte giudiziario, la situazione non si presenta favorevole.

Il Tribunale di Pisino, in Istria, ha dovuto costatare che i conti dell’azienda sono bloccati da quasi otto mesi e che non resta altra soluzione che applicare la legge sulla bancarotta. I 1.200 operai, da mesi in sciopero, saranno licenziati nei prossimi giorni e con molta probabilità la stessa sorte la subirà anche il cantiere 3 Maj di Fiume, parte dello stesso gruppo aziendale di Pola.

Gli analisti ricordano che i problemi in questo settore industriale sono strutturali ed esistono da decenni, mentre la crisi attuale è conseguenza anche dei processi di globalizzazione e della delocalizzazione della produzione in altri continenti, specie in Asia. Negli ultimi venticinque anni lo Stato croato ha sovvenzionato i cantieri navali per un totale di 4,2 miliardi di euro, e la bancarotta e relativa chiusura imminente significherebbe la fine della cantieristica navale che in questa parte del nord Adriatico ha una tradizione secolare.

Abele Carruezzo