Emergenza Coronavirus: GNV si mobilita. Pronta a Genova una nave ospedale

Proprio in queste ore un gruppo di professionisti, tra ingegneri e tecnici, sta lavorando sul più importante progetto navale mai realizzato prima in Italia. Trasformare una delle più grandi navi passeggeri della flotta Msc in un ospedale galleggiante attrezzato e dotato di tutti i macchinari più moderni per fronteggiare l’emergenza del virus.

La Opera, nave ammiraglia Msc, è ancorata nel porto di Genova e sarà in grado di offrire servizi e interventi indispensabili anche per la terapia intensiva e la rianimazione, per un totale di circa mille posti letto. Tira un sospiro la Regione Liguria, risolvendo così il penoso problema della mancanza di posti letto, e in alcuni casi di assistenza specializzata ospedaliera, anche per chi non è stato contagiato.

Il progetto include anche due cruise ferry, che dagli abituali collegamenti con le isole potrebbero essere dirottati all’urgenza anche in altre importanti città marinare del Sud Italia. Un progetto nato da un’idea di valore dei vertici di Grandi Navi Veloci (Gnv), immediatamente approvato da Gianluigi Aponte, proprietario della compagnia genovese e leader di Msc, concordato con il sindaco di Genova, Marco Bucci e sostenuto dall’amministratore delegato del Rina, Ugo Salerno. Il progetto entra oggi nella sua fase esecutiva, seguito con particolarissima attenzione dai responsabili della Protezione Civile e dal governatore Giovanni Toti.

Da record i tempi di realizzazione: da una settimana fino a dieci giorni con un imponente investimento finanziario da parte del gruppo armatoriale e della Protezione Civile.

Una risposta concreta, un esempio di grande aiuto per l’intera comunità che sta affrontando con ogni mezzo a disposizione un periodo estenuante. A ogni modo il progetto si mostra tecnicamente complesso. Quello di dotare Genova di un ospedale galleggiante ancorato in porto, pronto ad accogliere tutti i malati colpiti da infezione da virus in diversa misura, sembra essere a tutti gli effetti un’impresa straordinaria nel suo genere.

Un messaggio forte volto al bene comune. Il problema tecnico più rilevante riguarda infatti la completa modifica dell’impianto di aerazione del traghetto, per blindare le cabine destinate ad ospitare pazienti infettivi. Il progetto varato dal più importante partner del porto di Genova e firmato da un’altra eccellenza dello shipping locale e internazionale come il Rina, si è sbloccato, infatti, solo nelle ultime ore. Un’ impresa immediatamente sostenuta da Aponte e dalla stretta collaborazione operativa con Bucci e Toti.

Impresa resa possibile dalla cura con cui Ugo Salerno, amministratore delegato del Rina sta seguendo tutte le fasi realizzative per arrivare in tempi brevissimi alla certificazione della prima nave trasformata in ospedale. Ulteriori ipotesi al vaglio dei tecnici anche la dotazione di container già adibiti a sale mediche, come accade in zone di guerra o di catastrofi naturali. «Non esistono precedenti nella storia della marineria», spiega l’esperto. Le navi Gnv al centro dello studio del Rina, al momento, sono tre: la Superba, la Suprema e la Splendid. E non è affatto escluso che, il modello genovese possa essere esteso anche alle città del Sud Italia, pronte a replicare il modello dell’ospedale galleggiante.

Elide Lomartire