Gli attacchi dei pirati non si fermano: attaccata anche la Bottiglieri

Ancora pirati all’arrembaggio di navi italiane. Questa volta – non la prima – è toccato alla Società  armatoriale di Torre Del Greco la  “Giuseppe Bottiglieri Shipping Company Spa”. Sono state tre ore lunghissime quelle trascorse tra l’assalto dei pirati ed il primo contatto con la nave stessa. E’ stato lo stesso Comandante della “Alessandria Bottiglieri” ad informare la società: la nave, una bulk carrier del 2002 (Product Chemical Tanker) viene attaccata al largo del Golfo di Guinea (West Atlantico), a circa settanta miglia dalle coste del Benin, tra il Togo e la Nigeria. La tecnica è la stessa: due barchini messi in acqua da una nave “madre” con dieci pirati a bordo salgono sulla nave battente bandiera italiana; nonostante i tentativi messi in atto, il commando pirata, con armi in pugno, mette sotto scacco tutto l’equipaggio (sei italiani e sedici di nazionalità indiana). Ieri sera, alle ore venti, la società diffonde un comunicato stampa dando conferma dell’attacco alla nave “Alessandra Bottiglieri” avvenuto alle 15.00 ora legale italiana, mentre la nave era al largo del porto di Cotonou, mentre si apprestava ad entrare in porto. Il comunicato dichiara: “L’azienda ha avuto contatti telefonici in cui le è stato comunicato che l’equipaggio è in buone condizioni di salute”. Pur non sapendo le cause dell’attacco (rapina o riscatto) e le intenzioni dei pirati, la Società  da ieri è impegnata a gestire l’emergenza, rimanendo in stretto e continuo contatto con le Autorità competenti e con l’Unità di crisi della Farnesina. Per la Società Bottiglieri si tratta del secondo attacco in quattro mesi, dopo quello avvenuto nel Corno d’Africa (dicembre 2010). Allora, la nave assaltata era stata la «Michele Bottiglieri», un mercantile di 75 mila tonnellate di stazza e 225 metri di lunghezza, che trasportava granaglie dirette da Port Giles, in Australia, a Gedda, in Arabia Saudita. Quest’ultimo attacco, a circa 200 miglia da Salalah  (Oman),  fallì grazie anche alle manovre evasive  eseguite dal Comandante che riuscì a respingere i barchini dei pirati che esplosero anche colpi d’arma da fuoco.

Abele Carruezzo