Demanio Marittimo abbandonato?

La legge n.42 del 5 maggio del 2009, legge delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, comincia a produrre questioni fra organi istituzionali.

Ultimamente, il Governo si è dato una proroga di sei mesi per snellire l’iter per l’emanazione dei decreti attuativi.

Ad oggi, quelli che hanno concluso l’iter sono cinque: federalismo demaniale, Roma capitale, fabbisogni standard di Province e Comuni, federalismo municipale, autonomia tributaria di Regioni e Province e costi standard nel settore sanitario. Parlando di federalismo demaniale, il D. Leg.vo n.85/2010 ha conferito agli enti territoriali beni statali tenendo conto dei criteri di territorialità, sussidiarietà, adeguatezza, semplificazione, capacità finanziaria, correlazione con competenze e funzioni, valorizzazione ambientale.

Il criterio del radicamento territoriale crea una priorità per l’assegnazione dei beni ai Comuni, mentre demanio marittimo ed idrico alle Regioni con il vincolo di destinare parte dei proventi per il loro sfruttamento alle Province. Molti Comuni, per quanto riguarda litorali, spiagge, approdi e altre insenature marine si sono visti diversamente abilitati a competere territorialmente con Regioni e Province che si sono fatte trovare impreparate circa una gestione del demanio marittimo.

Pensiamo chi/cosa dovrebbe garantire sicurezza dei tanti cittadini che si affacciano sui litorali? La Guardia Forestale provinciale? La Protezione Civile del mare che ancora tutti vogliono istituire senza non pochi contrasti con Autorità Marittima? E con quali soldi? Inoltre, con questi decreti, Province povere per territorio si sono viste improvvisamente aumentare la loro capacità istituzionale, anche se non possono esprimere competenze in merito demaniale/marittimo.

In attesa del completamento dell’iter governativo, accontentandoci di un “minifederalismo”, i Comuni dovrebbero già iniziare ad affrontare il problema, per passare con strumenti amministrativi adeguati da comuni “sul” mare a comuni “di” mare. Nella speranza di non cadere in conflitti politici, anche perché si tratta di “beni”, gli organi istituzionali farebbero bene a garantire i cittadini da regolamenti artificiosi e tasse ulteriori in nome di quella “autonomia finanziaria”; l’obiettivo del federalismo è che dovrebbe/deve/dovrà  liberarci da amministrazioni “fredde” invece di assistere ad una dissipazione di risorse che alimentano sprechi, deresponsabilizzando chi ha il dovere di analisi, monitoraggio, controllo e conservazione del demanio marittimo.

Abele Carruezzo

Foto: Simone Rella