Il potere dei pirati somali e le nostre navi sequestrate

Il passaggio marittimo tra l’Europa ed Asia è una delle vie commerciali più importante del mondo e produttrice di economia a livello globale; è anche la zona di mare dove regna l’anarchia con più poteri marittimi in conflitto fra loro.

Il Corno d’Africa, con il tratto dell’Oceano Indiano, dal Mar Rosso ed il Golfo di Oman, fino al Madagascar è denominata “zona ad alto rischio”: mare dominato dai pirati somali che con la loro presenza costante impongono il loro potere su tutti.

Infatti, Ba bel-Mandeb, stretto che separa lo Yemen da Gibuti e collega il Mar Rosso al Golfo di Aden, nell’Oceano Indiano, è chiamata la Porta delle Lacrime (Gate of Tears). Quando i monsoni portano onde alte verso il mare aperto, i pirati si rifugiano da queste parti dove c’è più calma ed il mare è adatto alle loro skiff, strette barche in legno con motore fuoribordo.

Tutte le navi che navigano a sud del Canale di Suez devono attraversare questa “porta delle lacrime”, sperando di non incappare nei pirati somali, ed anche perché non tutte hanno la possibilità economica di doppiare la punta meridionale dell’Africa (Capo Horn) e percorrere oltre 5000 miglia nautiche in più, e perciò preferiscono attraversare il Suez Canal.

Ogni capitano che si trovi da quelle parti dovrà contattare l’United Kingdom Maritime Trade Operations (UKMTO) di Dubai che coordina il dispiegamento di navi da guerra con lo scopo di garantire la sicurezza della navigazione lungo il percorso; dovrà, altresì, ispezionare le dotazioni di sicurezza della propria nave e sperare.

E’ dall’8 febbraio 2011 che non si comprende, perché altre navi vengono liberate dalla morsa dei pirati e la nave “Savina Caylyn” non si sa niente di niente. Anche dell’altra nave “Rosalia D’Amato”(21 aprile 2011) della Perseveranza Navigazione di Napoli si sa molto, ma molto poco. La stampa ed i media nazionali, salvo atti clamorosi, sono ormai disinteressati alla prigionia dei nostri cinque marittimi italiani insieme ai 17 indiani della prima nave e dei sei italiani e 17 filippini della seconda nave.

Qualcuno, parla di embargo che il Governo italiano ha imposto alle notizie che riguardano la vicenda e la domanda è quasi d’obbligo: si sta coprendo chi/cosa? Che fine hanno fatto gli interessamenti di Ignazio La Russa, Stefania Craxi,l’interrogazione di Di Pietro? E la Farnesina ? A parte l’embargo, noi denunciamo che le trattative sembrano “incagliate”, giunte ad un punto critico tale che i sequestratori minacciano gesti estremi, come si evince dall’ultimo messaggio del comandante della nave “Caylyn”.

A nulla sono valsi gli appelli dei familiari dei marittimi sequestrati, alle Autorità per porre fine a questo travaglio umano e sociale.

Abele Carruezzo