Assicuratori marittimi: vittime del mare in aumento

Gli Assicuratori marittimi sono preoccupati per gli incidenti gravi che si verificano in mare a causa del maltempo in navigazione, operazioni di posizionamento in piattaforme off-shore ed in ultimo per “human error”, con rivendicazioni conseguenti pesanti di risarcimento danni, e che gli operatori del settore confermano dati  preoccupanti.

L’International Union of Maritime Insurance (IUMI), afferma che il numero di incidenti, segnalati nel 2010 e primo semestre del 2011, ha seguito l’andamento negativo dei precedenti quattro anni.

IUMI, attualmente, rappresenta 55 associazioni nazionali in qualità di membri; protegge e promuove i loro interessi e riferisce con relazione annuale informazioni e statistiche di interesse comune, con la partecipazione di professionisti del settore marittimo.

Secondo il comunicato IUMI, a seguito della relazione annuale del 29 luglio 2011, ci sono state 623 gravi perdite di navi registrate, e questo significa che il 2010 è stato l’anno peggiore del quinquennio negli ultimi 17 anni.

Patrizia Kern, direttore senior presso Swiss Re, presidente di uno dei sette comitati tecnici dell’IUMI, ha riferito che la principale causa di gravi perdite  totale o parziale di navi risiede nelle avarie che coinvolgono gli apparati ausiliari e sala macchine, e che rappresentano il 35,7 per cento dei casi negli ultimi cinque anni; e proprio il livello alto di vittime è fonte di grande preoccupazione per gli assicuratori.

Circa la metà delle perdite totali ha interessato navi con oltre 20 anni di esercizio navale; le categorie interessate riguardano le navi cisterne e le bulk/carrier, anche se il numero delle navi demolite è cresciuto del 50% rispetto al 2009. Per quanto riguarda l’order book, la Cina continua ad avere il primo posto, per numero di navi e tonnellaggio, seguita dalla Repubblica di Corea.

Il 2010 sta segnando un tratto di notevole incertezza per il portafoglio ordini assicurativi, sia di navi che di stazioni off-shore, soprattutto per i ritardi, cancellazioni e rinegoziazione dei contratti, e questo anche per l’aumento delle dimensioni della flotta e del numero delle piattaforme per le perforazioni marine; tutto ciò crea inadeguatezza delle franchigie di assicurazione, dato l’impatto dell’inflazione e l’aumento del costo del lavoro e dei materiali usati nelle rispettive costruzioni.

Abele Carruezzo