Anche l’Antartide sotto controllo emissioni

Dal primo agosto 2011 sono applicative le modifiche alla Convenzione MARPOL (MARitime POLlution) dell’IMO (International Maritime Organization) per la prevenzione dell’inquinamento provocato da navi che navigano in mari che attraversano l’Antartide.

Ufficialmente è entrato in vigore il divieto di inquinamento da oli combustibili pesanti per tutte le navi che attraversano questi mari; per l’IMO i punti da ricordare sono espressi nell’articolo 43 della Convenzione.

In particolare, si prescrive l’uso o il trasporto di oli pesanti nella zona antartica, vietandone non solo l’uso come combustibile, ma anche come carico trasportato con navi. Si sta parlando di bitume, catrame e loro emulsioni; di petrolio greggio con una density, a 15°C, superiore a 900 kg/m ³(kilogrammo su metro cubo); oli, diversi dal greggio, con una density, a 15°C, superiore a 900 kg/m ³.

Questo significa che tutte le navi commerciali, passeggeri e mercantili in genere, dovranno adattarsi ad usare diversi tipi di carburante durante il transito della zona marina dell’Antartide, definita, in convenzione, “area marittima a sud della latitudine  φ= 60°Sud”.

Eccezione è prevista solo per navi impegnate nella sorveglianza e garanzia della sicurezza marittima o in operazioni di ricerca e/o si salvataggio. La MARPOL, in seguito, prevederà, anche per il Nord America, una nuova area ECA (Emission Control Area), per il controllo delle emissioni di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e particolato dalle navi, che entrerà in vigore il 1° agosto 2012.

Abele Carruezzo