La Camera delle Spedizioni Marittime del Regno Unito adotta “manuali” per la riduzione delle emissioni di carbonio

Anche la Chamber of Shipping dell’UK è favorevole all’adozione della circolare IMO (International Maritime Organization) sulla riduzione delle emissioni di carbonio da navi.

L’Associazione degli spedizionieri marittimi si dovrà adeguare alle tecniche IMO per ridurre le emissioni di carbonio, adottando anche sistemi più economico/ecologici o, in ultima analisi, adottando sistemi di tassazione per raggiungere gli obiettivi governativi.

“Il dibattito complesso sulle emissioni di carbonio da navi a livello internazionale sta portando l’industria navale ad un proficua partecipazione alle direttive IMO, costringendo i vari governi, compreso il nostro, a trovare una soluzione con caratteristiche globali”, ha detto il direttore generale della Camera of Shipping, Mark Brownrigg, riferendosi, soprattutto, all’opposizione dell’Unione Europea nei confronti dell’approccio con il regime fiscale proprio attraverso un sistema di scambio dei crediti di carbonio.

La Camera sta cercando dei meccanismi adeguati, per incoraggiare la riduzione di carbonio; sistemi flessibili che garantiscano la crescita dell’industria e del commercio mondiale senza ulteriori danni per le compagnie di navigazione. Tutta l’opinione pubblica  internazionale è divisa sul modello migliore per ridurre le emissioni di carbonio nel settore spedizioni marittime.

Alcuni sostengono l’idea di un contributo come “fondo”, per ridurre gas da effetto serra GreenHouseGas (GHG), in cui le compagnie di navigazione potrebbero usufruire per spese di combustibile bunker. Altri affermano seri dubbi nei confronti del mondo scientifico circa le retro-motivazioni che sostengono le rivendicazioni che stanno alla base del riscaldamento globale ed i loro movimenti ecologisti.

“Questo dibattito deve essere posto su considerazioni di carattere pratico, piuttosto che congetture, evitando alle grandi aziende guadagni di quote di mercato delle piccole e medie imprese”, ha concluso il direttore generale della Chamber of Shipping londinese.

Corr. da Londra

Em. Carr.