e-navigation: la formazione non è optional

Che si vive in un mondo wifi “Wireless Fidelity“ tutti lo sperimentano in ogni momento con vari accessori, anzi personal utility. L’elettronica sicuramente ha fornito un vantaggio importante per il settore dei trasporti marittimi e per la sicurezza della navigazione.

Un team di governo di una nave sicuramente dispone sulla propria consolle molte più informazioni rispetto ad una nave di appena venti anni addietro; ha la possibilità di impiegare dati satellitari per ottenere una posizione accurata, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche o dalla distanza dalla costa ed in qualunque istante.

Tutto questo rende la navigazione di una nave e della sua “spedizione-economica” più precisa e molto più sicura di quanto non fosse, qualche lustro fa; soprattutto quando una nave  doveva e deve controllare i propri parametri in fase di atterraggio (passaggio in sicurezza da una navigazione d’altura a quella costiera); anche quando si doveva controllare i way-point  della nave con osservazioni celesti, cercando di ridurre al minimo le incertezze della navigazione stimata.

Oggi, con l’avvento  del sistema di visualizzazione delle carte nautiche elettroniche ECDIS (Electronic Chart Display and Information System) – ultimo ritrovato dell’elettronica – pensiamo a quante ore l’ufficiale di guardia ha trascorso a correggere e ad aggiornare carte, con matita e con scrittura chiara.

Allo stesso tempo, però, pur avendo vantaggi, così come ogni progresso tecnologico porta, si sono e si verificano incomprensioni sull’uso dell’ECDIS, specialmente per i gli ufficiali poco addestrati (con poca familiarità con pc ed informatica in genere). Lo stesso avvenne agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso con l’introduzione della navigazione “radar assistita” per evitare gli abbordi in mare.

Tutte le collisioni, affermano i periti, hanno dimostrato l’importanza di un’adeguata formazione teorica e pratica nell’uso del radar, e di ogni sistema di comunicazione da nave a nave, VHF AIS (Very High Frequency Automatic Identification System); questa preparazione insufficiente e non adeguata (con simulatori di navigazione e di manovra navale), ha evidenziato la quota di sinistri per uso improprio delle attrezzature, sottolineando, quindi, la necessità di una formazione ai sistemi ECDIS per la loro applicazione, nella e-navigation.

Ricordiamo l’incaglio di una nave avvenuto lo scorso anno senza fare nomi: l’ufficiale di guardia aveva tracciato manualmente la rotta della nave sulla carta nautica della zona e poi l’aveva trasferita al sistema elettronico, e questa pratica è stata fonte primaria dell’incaglio. Sembra chiaro che i dati nautici che erano evidenti sul grafico della carta, di scala efficace, sono diventati invisibili sulla proiezione elettronica, di scala inferiore, ed una rotta sicura di un miglio al largo della barriera, in qualche modo elaborata elettronicamente, ha causato l’incaglio.

La causa dell’incaglio è stata attribuita ad “errori di trascrizione”; questo non è affatto il primo incidente di questo tipo, e i problemi sembrano essere due: in primo luogo, c’è il fatto che se il piccolo schermo elettronico deve essere adeguato, e molte delle informazioni contenute sulla versione cartacea devono essere curate e trasferite by disk aggiornati. Questa operazione di “editing” diventa importante quando include  una boa o un faro, una marcatura colorata che indica una secca, o qualche altra informazione vitale per la navigazione: cioè una “esigenza di sapere” le informazioni.

Poi, se si unisce una scarsa familiarità con l’attrezzatura in dotazione a bordo di una nave e di tipo particolare con una inadeguata formazione specifica, la miscela degli  “error chain” è completa. Il secondo problema è quello della discordanza fra le scale dei due grafici (cartaceo ed elettronico); comprese le dimensioni dello schermo e del desktop.

Alcuni professionisti hanno suggerito che la “miniaturizzazione” del grafico in forma elettronica è controproducente; non si comprende che se è possibile realizzare schermi di grandi dimensioni, che i produttori televisivi sono ansiosi di vendere, perché non fornire uno schermo ECDIS efficacemente, con le stesse dimensioni di carta nautica. Si impara, si dice, da “trial and error”. La differenza sta che in navigazione i sinistri sono costosi in termini di uomini, mezzi ed ambiente.

Abele Carruezzo