Moody’s: il futuro dello shipping non è rosa

Anche lo shipping si trova lungo la rotta della crisi. L’analisi sul trasporto marittimo internazionale ed italiano in particolare è del Senior Analyst Marco Vetulli, del Group Finance Corporate di Moody’s Italia.

Nel commentare il Baltic Dry Index, Marco Vetulli afferma nel suo report che occorrerà del tempo per avere segnali di ripresa nel trasporto marittimo di merci, nonostante la forte importazione di acciaio dalla Cina; in questo settore le compagnie di navigazione stanno soffrendo, perché forte è stata la loro esposizione a livello internazionale, anche se i loro bilanci degli anni passati erano tutti positivi.

Le peculiarità di questa crisi, secondo l’analista di Moody’s Italia, è che il sistema finanziario appare tuttora molto debole e dunque manca la necessaria spinta finanziaria che potrebbe invece dare un grosso aiuto alla ripresa delle relazioni commerciali. La maggior parte delle società armatoriali, in questi momenti di mercato, sono impegnati alla migliore gestione delle flotte per evitare forte competitività fra loro ed hanno rinegoziato con i cantieri le nuove costruzioni, ritardandone la consegna o dilazionando ancora di più i pagamenti.

I segnali della ripresa verranno da settori dello shipping più articolato: i container si stabilizzeranno; il trasporto di linea  subirà altre concentrazioni perché l’economie di scala saranno forti a favore delle grandi compagnie; nel dry bulk le rottamazioni aumenteranno; ci sarà ancora forte squilibrio fra la domanda (ora in contrazione) e l’offerta di nuovo tonnellaggio; stesso panorama per i carichi liquidi anche se la ripresa del liquid bulk è legata alla fine della “primavera araba” e  soprattutto al costo del petrolio e alla definitiva “phase out” (fuori norma) delle petroliere a scafo singolo iniziata dal 2010.

In questo scenario di crisi ancora non passata, la stessa Agenzia di Rating, punta il dito su una delle più grandi compagnie di navigazione: la Ship Finance International Limited; proprio il Vice Presidente della Moody’s, Marco Vitelli, ieri ha affermato: “La persistente tensione sui mercati delle spedizioni marittime ed il declino della posizione di liquidità  della Frontline, porterà ad implicazioni negative”.

Ha detto anche che la Società SFIL  potrebbe essere costretta a rivedere/rinegoziare tutti i contratti registrati con la Frontline; questo potrebbe indebolire le prestazioni di breve termine, cosi come la  sostanza del suo portafoglio dei noleggi di lungo termine. La Frontline detiene circa il 35% del portafoglio della Ship Finance International. Intanto la Moody’s ha declassato la SFIL da un voto Ba3 a un voto Ba1, mettendola sotto monitoraggio continuo a causa della continua caduta delle azioni in borsa da martedì scorso.

Abbiamo preso in considerazione questa società, ha continuato Vitelli, proprio perché la Ship Finance International Limited è una grande società armatoriale di navi, quotata al New York Stock Exchange (NYSE: SFL) e che lo studio delle sue strategia  rappresenta un segnale per operare nel prossimo futuro.

La Società ha una flotta operativa di 59 navi e molti impianti off-shore, con contratti per l’acquisizione di dieci nuove costruzioni aggiuntive; un forte portafoglio di noleggi a lungo termine (12 anni). Questi elementi, ha concluso Vitelli, fanno riflettere sugli indici della crisi che lo shipping internazionale sta attraversando; crisi che sicuramente si riverserà sullo shipping italiano ed europeo in generale.

Abele Carruezzo