Trivellazioni in Adriatico: la Northern Petroleum chiede prospezioni per un’area grande quanto la Svizzera

Il parere negativo espresso da Comune di Brindisi alle prospezioni in Adriatico è solo l’ennesimo passo contro la Northern Petroleum che ha chiesto di trivellare un’area di circa 35mila chilometri quadrati. Ci sono 2.900 chilometri quadrati, suddivisi in sei diverse richieste avanzate dalla società inglese, solo per la competenza del Comune di Brindisi a cui però si sommano anche 30mila chilometri quadrati da trivellare per altre società e ulteriori 5mila chilometri quadrati per il resto della Regione.

Se per Brindisi si chiede di trivellare un’area più grande del Lussemburgo, per il totale delle richieste di arriva a raggiungere l’estensione della Svizzera. Dimensioni “attutite” dalla suddivisione in molte richieste che già lo scorso anno avevano portato il Tribunale amministrativo ad annullare le autorizzazioni ministeriali già concesse.

Nel 2009 infatti, la società inglese ottenne le prime autorizzazioni dal Ministero per l’Ambiente suddividendo in molte parti, ma tutte prospicienti, le aree in cui intendeva eseguire le prospezioni con la tecnica dell’air gun che non utilizza esplosivi ma onde sonore per verificare l’esistenza di petrolio sottosuolo marino.

A questa prima fase, la Northern Petroleum intende poi far seguire quella delle trivellazioni e dell’estrazione dell’idrocarburo. Intanto il procedimento incassa in primo parere non favorevole dal Comune di Brindisi. Nel 2010 la battaglia legale portata avanti dall’ente locale di Ostuni portò ad un doppio risultato: il Tar di Lecce dapprima sospese le autorizzazioni ministeriali, poi il Tar di Bari le annullò in maniera definitiva.

Questo ha prodotto poi le varie richieste di rilascio di Valutazione d’impatto ambientale, obbligatorie per ottenere i permessi alle prospezioni. Alla battaglia di Ostuni, nel frattempo, si sono aggiunti anche i Comuni di Brindisi, Polignano a Mare, Monopoli, Fasano, Carovigno e Otranto. La linea comune scelta dagli enti locali ha portato ad un primo documento unitario con cui, nello specifico di ogni territorio, è stato motivato il diniego alle prospezioni.

Prima del rilascio della Via, il ministero ha chiesto un nuovo parere agli enti locali. Oltre alle sei autorizzazioni richieste a Brindisi, ce ne sono anche tre che riguardano porzioni di mare tra Monopoli e Fasano, tra Lecce ed Otranto e tra Otranto e Tricase. Intanto, approfondendo studi scientifici e peculiarità del territorio, i tecnici comunali hanno stilato una nuova relazione in cui evidenziano le motivazioni del parere negativo.

Evidenziando le mancate garanzie della tecnica scelta che danneggia la fauna marina e, in particolare, la stabilità di alcuni cetacei, i tecnici hanno anche specificato che nel piano di sicurezza presentato dalla Northern Petroleum non ci sono sufficienti garanzie per i traffici marittimi nei pressi delle piattaforme. Motivi che hanno giustificato la decisione di non concedere alcuna autorizzazione. Tuttavia, nell’iter che dovrebbe portare ad ottenere le autorizzazioni ministeriali, il parere degli enti locali non è vincolante.

Francesca Cuomo