Osservatorio Med: necessario modificare norme sulla pesca

«È necessario un cambiamento di rotta nella gestione della politica Ue per evitare la fine definitiva del sistema pesca siciliano». Questo l’appello lanciato dall’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, presieduto da Giuseppe Pernice, in occasione della presentazione del «Rapporto 2011 sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia» alla Galleria Sicilia del Palazzo dei Carmelitani di Mazara del Vallo.

«Si rileva – ha spiegato Pernice – che alla fine del 2011 risultano operanti nei porti siciliani 3.035 battelli da pesca, 81 in meno rispetto al 2010. Si è ridotto il tonnellaggio ed il pescato ma, soprattutto, si sono persi nel 2011 circa 2.000 posti di lavoro. Gli occupati nella pesca in Sicilia sono meno di 8.000 e pensare che nel 1997 gli occupati nel settore peschereccio erano 23.109, di cui 13.909 direttamente nella pesca marittima».

«Bisogna mettere un freno – prosegue – alla politica della pesca dell’Ue relativa al sistema Mediterraneo, questa non ha guardato alla sua specificità e al nuovo scenario che vede la concorrenza dei Paesi frontalieri con i quali bisogna avviare rapporti di partenariato per una corretta gestione comune delle risorse marine disponibili.

L’Ue inoltre invece di incentivare le demolizioni di pescherecci dovrebbe incentivare la costruzione di pescherecci ecocompatibili: il mare va coltivato». Un dato confortante riguarda il totale di impianti di acquacoltura attivi in Sicilia che sono dodici: è in graduale aumento la produzione di spigole ed orate. Alla stesura della terza edizione del Rapporto hanno collaborato anche ricercatori, giuristi ed economisti della sponda sud del Mediterraneo.