Unione Europea sbarca marittimi filippini

L’Unione Europea ha vietato alle navi iscritte al proprio registro di imbarcare marittimi filippini, almeno per un anno. Il presidente della Repubblica delle Filippine, Benigno III – Noynoy-  Aquino, di recente, ha firmato l’ordine esecutivo (EO 75) di trasferire all’Autorità Marittima il compito di garantire il rispetto del Paese alla Convenzione internazionale sulle norme relative alla formazione, certificazione e controllo per marittimi (STCW’78 e modifiche successive).

Prima questo compito era tutelato dal Dipartimento del Lavoro e l’Occupazione in accordo con la Commissione sull’istruzione superiore; e questo non andava bene, soprattutto a garanzia di una preparazione standard per la conduzione di navi;  per la deficienza nei controlli e per la superficialità dei centri filippini per la formazione e per l’addestramento marittimo. La Commissione europea, direzione generale per la mobilità e dei trasporti (DGMOVE), ha informato il Dipartimento degli affari esteri (DFAE), che sarà necessario un programma (dalla seconda metà del 2012 e 2013) di azioni mirate a recuperare le carenze evidenziate  nel campo dell’istruzione marittima del paese e soprattutto nei centri di formazione.

Nel frattempo, la Direzione generale europea sulla mobilità e trasporti, ha deliberato per la presenza di un gruppo tecnico di lavoro con missione di verifica nelle Filippine. Il gruppo di lavoro riferirà su questa missione  all’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA)  con particolare riferimento sulla valutazione delle scuole marittime filippine e sugli istituti di formazione professionale relativamente  ai corsi di Basic Training della STCW. Il Dipartimento  per il Lavoro delle Filippine ha espresso seria preoccupazione per la possibile lista nera di marinai filippini a bordo delle navi a causa di quest’ordine restrittivo temporaneo. Oggi è toccato alle Filippine e domani?

In Italia vi è stata una riforma degli Istituti Nautici, più generalista, licealizzata, più verso l’orizzonte più ampio della logistica e dei trasporti, demamdando la formazione e l’addestramento dei marittimi al segmento post-secondario. Si spera di non incorrrere in una procedura di audit/valutation europea, quando ci domanderemo “come e quanta navigazione e sicurezza marittima” conosceranno i nostri diplomati. Contenti, però che conosceranno bene la lingua inglese, ma non sapranno eseguire una puntuale “pianificazione di viaggio”.

 

Abele Carruezzo