Costa Concordia: chiuse le indagini

Chiuse formalmente oggi le indagini sul naufragio della nave Costa Concordia il 13 gennaio 2012: otto indagati – tra cui il comandante Francesco Schettino – restano ‘dentro’ l’inchiesta, stanno ricevendo in queste ore gli avvisi di conclusione delle indagini e per loro i pm si preparano a fare richiesta di rinvio a giudizio a gennaio. Invece tre indagati restano ‘fuori’ dal procedimento e per loro si profila l’archiviazione, tanto che la procura non ha mandato loro l’avviso di conclusione delle indagini.

Ma non manca un possibile colpo di scena maturato negli ultimi tempi: secondo quanto emerge si sarebbe aggiunto un dodicesimo indagato, persona che era a bordo della nave, in plancia di comando, durante la manovra ‘scellerata’ con cui Schettino portò nave contro gli scogli dell’Isola del Giglio. Riassumendo, quindi, all’inizio gli indagati erano nove – Schettino, Ciro Ambrosio, Salvatore Ursino, Silvia Coronica, Roberto Bosio, Andrea Bongiovanni, Roberto Ferrarini, Manfred Ursprunger e Paolo Parodi -, saliti poi in estate a dieci con il timoniere indonesiano Jacob Rusli, individuato grazie all’ascolto della ‘scatola nera’ da cui si evince che più volte non capì gli ordini di Schettino manovrando in modo sbagliato e contribuendo allo scontro contro le rocce. Quindi, un mese fa, sempre secondo quanto si apprende da fonti inquirenti, gli indagati sono diventati 11 in base ai risultati dell’incidente probatorio, con l’iscrizione del cartografo Simone Canessa colui che tracciò la rotta verso gli scogli. E oggi si parla anche di un possibile dodicesimo accusato: diverse le posizioni che sarebbero state al vaglio degli inquirenti tra coloro che al momento dell’impatto erano in plancia, fra cui anche il commissario di bordo-eroe Manrico Giampedroni, salvato poi dal relitto dopo il naufragio.

Riguardo alle posizioni che potrebbero essere archiviate ci sarebbe quella del secondo ufficiale di coperta Salvatore Ursino, per cui il suo legale Antonio Langher ha fatto formale domanda alla procura presentando una memoria nelle settimane scorse. E potrebbe anche uscire dal procedimento il comandante in seconda, Roberto Bosio, assente dalla plancia quando Schettino mandò la Costa Concordia sugli scogli. Uno dei tre verso l’archiviazione potrebbe essere tra gli indagati del personale di terra di Costa Crociere spa. Invece un altro ufficiale di bordo, Andrea Bongiovanni, accusato di non aver fatto rapporto alla capitaneria di Livorno per informare dell’incidente e del naufragio della nave, se la potrebbe cavare con un’oblazione: il suo avvocato Giuseppe Acquarone ha fatto la richiesta e ora la procura deve dare un parere al gip che deciderà. Peraltro a Bongiovanni sarebbe stato inviato l’avviso di conclusione indagini.

La procura di Grosseto nella tarda mattinata ha disposto la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini e depositato tutti gli atti in cancelleria. Ora ci sono 20 giorni per le memorie delle difese o perché chi vuole, fra gli otto ‘avvisati’, possa chiedere di essere interrogato di nuovo. “E’ stato un lavoro difficile e complesso che ha impegnato massicciamente tutta la procura e che si è concluso con rapidità in meno di un anno”, ha commentato il procuratore capo, Francesco Verusio. “L’inchiesta – ha sottolineato – si è svolta con rapidità considerando la particolarità tecnica del fatto, il numero enorme di parti offese, le diverse nazionalità rappresentate. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro e che la verifica dibattimentale darà ragione alla nostra impostazione”. Nel naufragio furono coinvolte 4.229 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, 30 morirono e due sono ancora oggi i dispersi. Il lavoro degli inquirenti è raccolto in circa 50.000 pagine di atti e verbali. In questi mesi sono state sentite quasi 200 persone, mentre sono 720 le parti offese già costituitesi all’incidente probatorio.