Costa Concordia: sversamento dal relitto

Piccolo sversamento di idrocarburi dalla carcassa della Costa Concordia all’isola del Giglio. Lo rende noto la Regione Toscana spiegando che “la fuoriuscita è stata prontamente bloccata ed evitato il suo propagarsi grazie ad un cordone di 350 metri di panne stese sul mare e la messa in funzione della pompa galleggiante che in poche ore ha recuperato mezzo metro cubo di combustibile. Alcune panne sono state stese anche davanti all’ingresso del porto dell’isola, vista la presenza di forti correnti da nord che stavano spostando l’iridescenza in quella direzione”.

“La situazione è sotto controllo”, assicura Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio di monitoraggio sull’ emergenza al Giglio, che si trova sull’isola dove oggi è stato convocato nel pomeriggio un consiglio comunale aperto per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori per la rimozione della nave affidati da Costa al consorzio Titan-Micoperi. Lo sversamento, spiega sempre la Regione, è stato causato dal distacco di una flangia, ovvero un disco in metallo di congiunzione, di una valvola del sistema ‘Hot tapping’ installata nel corso delle operazioni di rimozione del combustibile. La valvola è stata richiusa dai sommozzatori del consorzio, che si sono immersi a più riprese dalle 10 alle 12. La perdita era stata segnalata alle 8.40. Un paio di minuti più tardi, si spiega, le prime squadre erano già sul posto con le barche. Tecnici ed operai stanno effettuando ulteriori accertamenti. L’Osservatorio ha comunque chiesto di verificare subito lo stato di tutte le valvole installate per il recupero del combustibile, in modo da prevenire eventuali altre criticità.

“Ad oggi non registriamo un grosso scambio tra acque interne e esterne al relitto della Costa Concordia,  ha detto Domenico Ardizzone dell’università La Sapienza di Roma che coordina il team di monitoraggio ambientale sui lavori di rimozione intervenendo al Consiglio comunale aperto a Isola del Giglio.
“Al momento dentro la nave ci sono ancora sostanze come idrocarburi, materie organiche in decomposizione e metalli pesanti ma non si registrano problemi particolari. Fin da marzo – ha concluso Ardizzone – saranno pianificate una serie di ulteriori analisi sulle acque interne della nave”.