Il mondo delle immersioni: tra fascino, sport e storia

L’estate richiama nel grande salento flotte di turisti in visita delle meraviglie pugliesi. Solo qui infatti si possono abbinare spettacolari paesaggi  a strepitose tradizioni culinarie. Il barocco Leccese,  i trulli di Alberobello , la città bianca di Ostuni, le colonne brindisine. Ma dall’alto del Monumento al Marinaio, nel quartiere Casale, si può osservare  una  risorsa che richiama centinaia di turisti l’anno e che si perde a vista d’occhio: il nostro mare e ciò che nasconde al suo interno.  Le immersioni, ad esempio, rappresentano un importante settore turistico  italiano, e sempre più persone si avvicinano a questa affascinante  esperienza.  Recandosi in centri diving ed affidandosi ad  istruttori qualificati si può visitare in tutta sicurezza il fondale marino. Già a pochi metri di profondità le specie marine ci accolgono nel loro mondo.

Per tutti i sub la prima immersione è un esperienza indimenticabile:  il viaggio in barca per raggiungere il punto d’immersione, la preparazione, il controllo. Una mano mantiene erogatore e maschera, l’altra  l’attrezzatura sul petto e poi via in acqua. La frizzante acqua penetra all’ interno della muta, facendoci provare un brivido che dura poco più di un respiro. La cima dell’ancora è il punto d’incontro e poco alla volta si inizia la discesa verso il blu. Improvvisamente ci appare un mondo nuovo, un’altra dimensione dove si può volare. Senza il peso del corpo ci si sente più liberi di esplorare le pareti rocciose, controllare le piccole cavità per vedere se c’è un  ospite, alzare la testa e vedere nuvole di pesci che disegnano forme mai conosciute.

I fondali brindisini offrono una varietà di immersioni che li ha resi famosi ai subacquei pugliesi ed italiani e richiamano ogni estate sempre più persone. Un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono visitare le bellezze marine brindisine è senza dubbio il  diving “Aquademia Dive Center” sito nel Marina di Brindisi. In estate il diving è teatro di turisti provenienti da tutte parti d’italia, che affiancano i subacquei locali. Stefano Maghelli, titolare del centro diving,  è un  profondo conoscitore del mare brindisino che da anni esplora costantemente. Stefano, non solo è un Istruttore subacqueo che vanta un esperienza internazionale nel campo, avendo svolto l’attivita lavorativa nei prestigiosi Ventadiving Faraana di Shalm El Sheikh e del Blu Caribe  in Messico, solo per citarne alcuni, ma è anche un affermato velista autore di diverse traversate oceaniche.

Le immersioni possibili nel diving Aquademia sono numerose e adatte ad ogni livello di brevetto conseguito dal subacqueo. Nel taglio di Bocche di Puglia, nella secca  Sant’Andrea e a Punta del Serrone, nonché nel Taglio di Acque chiare si susseguono scenari molto suggestivi caratterizzati  da profonde cadute di roccia che arrivano fino ai 30 metri. I siti sono ricchi di fauna ittica banchi di saraghi, occhiate, dentici, musdee, gronchi, murene, ma anche crostacei come aragoste, cicale e astici. La Flora adriatica è una delle più varie.

Da segnalare l’immersione possibile con il diving presso la riserva naturale di Torre Guaceto. Durante il tragitto autorizzato, si ha la possibilità di visitare una parte della riserva ricca di profumi che trasmettono una sensazione di incontaminata bellezza. Una volta giunti sul punto di immersione ci si trova a contatto con una flora e fauna talmente ricca da rimanere incantati. Con questa immersione si prende coscienza di essere in uno dei luoghi più belli della Puglia. Un luogo unico, ricco, da preservare. Proprio per questo in passato sono stati organizzati dal Diving Aquademia in collaborazione con il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, una giornata di pulizia dei fondali nella zona A dell’AMP. Sub e imbarcazioni di supporto hanno riempito diverse ceste con i rifiuti trovati, che sono stati portati poi in discarica.

C’è tanta storia sotto il mare nostrano, in passato rotta navale importantissima sia per il commercio che per il ruolo avuto durante le guerre mondiali.  E’ inevitabile quindi che il fondale sia pieno di reperti storici. Tra quelli scoperti possiamo menzionare il sommergibile tricheco, l’aereo da trasporto della II guerra mondiale Douglas Dakota, la nave frigorifero Asmara e la torpediniera Confidenza.

Ma  il pezzo forte è a circa quindici miglia nautiche. Qui infatti giace sul fondale l’incrociatore ausiliario Attilio Daffenu.  Non è il solito relitto di una nave cargo magari affondata per un problema tecnico o un errore di valutazione del capitano. In questa immersione possiamo assistere ad un pezzo di storia scritta nei libri, o ad una scena rubata dalle migliori pellicole cinematografiche d’autore che descrive un combattimento in mare.
L’attilio Daffenu  è stato costruito nel 1929 come motonave passeggeri dalla società anonima Ansaldo di Genova Sestri. Era lungo novantasei metri,  largo tredici, sette di pescaggio e dislocava un totale di tremilacinquecentodieci tonnellate. Appartenente alla società anonima di navigazione tirrenia, con sede a Napoli. Destinato a compiere le rotte commerciali con la Sardegna. L’11 maggio del 1940 a Civitavecchia venne requisito dalla regia marina e trasformato con le opportune modifiche cantieristiche in incrociatore ausiliario destinato alla scorta di convogli  nel mediterraneo portando a termine ben centotto missioni.

Il pomeriggio del 25 novembre di 1941 al largo di Brindisi  l’Attilio Daffenu  effettuava la scorta dei piroscafi Resurrectio e Caterina Madre, che provenivano da Patrasso. Alle 17,15 improvvisamente fu colpito da un siluro. Subito in aiuto arrivarono le navi vicine a dare sostegno ai feriti. Il danno sebbene importante non causò subito l’affondamento. L’equipaggio di bordo cerco di procedere con estrema cautele verso le costa brindisina, cercando di spiaggiare l’incrociatore evitando che affondasse. Alle 21,30  quando giunsero sul posto due rimorchiatori usciti dal porto di Brindisi, l’Attilio  Daffenu giaceva sul fondale di 33 metri.

A colpirlo fu il sommergibile britannico Thrasher , classe T, costruito presso il cantiere Cammeil Laird.  Alla guida il comandante Mackenzie soprannominato Rufus. Il thasher durante la guerra affondò diverse unità diventando uno dei più temibili sottomarini. Il diving non rappresenta solo un punto di ritrovo per subacquei, ma è un importante punto di diffusione di una mentalità volta al rispetto dell’ambiente marino.

Aquademia ed il suo team, infatti, svolgono annualmente un’opera di sensibilizzazione e rispetto del mare. Il progetto “new diver” in collaborazione con l’isituto Marconi-Belluzzi ha prodotto ben 93 frequentanti, ragazzi interessati ad apprendere le tematiche del mare. Alcuni di loro, 33 per l’esattezza,  hanno poi deciso di brevettarsi con il primo livello  subacqueo che permette l’immersione  fino a 10 metri. Il conseguimento dei brevetti subacquei comporta anche l’acquisizione di punti di credito anche nei concorsi per le professioni militari. Quest’anno gli studenti della Morvillo-Falcone hanno potuto seguire il corso First Aid che permette l’apprendimento delle tecniche di rianimazione polmonare. I frequentanti hanno poi ottenuto un credito formativo come attività didattica complementare.

Le immersioni subacquee svolgono quindi, per la città di Brindisi, due ruoli molto importanti. Il primo è senza dubbio l’accrescimento del flusso turistico per la città, soprattutto nel Marina di Brindisi, permettendo agli avventori di conoscere sia le nostre bellezze marine che terrestri. L’altro è la preservazione dell’ ambiente marino nostrano, attraverso un opera di controllo dei fondali  nonché di una sensibilizzazione sociale delle generazioni più giovani, e di tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo mondo.

 

Giampiero Campagnoli