ITALIA: convenzione sulla pesca da ratificare

Mentre si avvicina la data per la celebrazione della “Giornata mondiale del marittimo”, 25 giugno prossimo, ci preme sottolineare quanto sia difficile mantenere un lavoro dignitoso – il pescatore – e renderlo sempre più sicuro: un marittimo diverso? Il mese scorso si è tenuto un forum tra rappresentanti di governi, di imprenditori e di lavoratori organizzato nella sede dell’ILO di Ginevra, per discutere della ratifica della Convenzione ILO 188 come strumento di promozione del “lavoro dignitoso” nel settore della pesca.

Presente anche l’Italia, tra l’altro con la convenzione ancora da ratificare, in ritardo per una soluzione definitiva dei problemi che attanagliano questo settore, in particolare la pesca illegale (IUU Illegal, Unreported and Unregulated fishing). Il settore della pesca è uno dei settori fra i più importanti al mondo ed impegna circa 54,8 milioni di lavoratori (dati FAO del 2012) e producono cibo fondamentale per la sicurezza alimentare mondiale. Da un ultimo rapporto, ha sottolineato il forum di Ginevra, la flotta mondiale del settore pesca ha raggiunto i 4,36 milioni di pescherecci, di cui il 74% naviganti  in acque marine e dislocati per il 73% della flotta in Asia.

Lo stesso settore, pur se rilevante dal punto di vista economico, risulta ancora poco regolato e tutelato come ha evidenziato il documento preparato dall’ILO, riportando le percentuali più alte di incidenti sul lavoro proprio nella pesca. Per quanto riguarda gli armatori, si sottolinea nel documento ILO, non esiste una organizzazione singola di rappresentanza a livello internazionale; mentre, per i lavoratori sono appena 73 le organizzazioni sindacali affiliate alla International Transport Workers’ Federation (ITF), per un totale di poco più di 77 mila pescatori; questo comporta seri problemi a rappresentare a livello internazionale i primi diritti del marittimo e l’affermazione del dialogo come strumento per la risoluzione dei problemi. Si pensi alla grande varietà di imbarcazioni, dalle piccolissime a conduzione familiare, che lavorano per un numero determinato di ore nel corso di una giornata, alle grandi imbarcazioni che operano in alto mare e che possono rimanere al largo per mesi. La Convenzione 188, se approvata, vuole garantire condizioni di lavoro dignitoso a bordo dei pescherecci rendendo il settore della pesca più sostenibile e attrattivo per gli stessi lavoratori.

Le priorità dell’ILO: stabilire condizioni minime per l’espletamento del lavoro a bordo, regole concernenti il vitto e l’alloggio dei pescatori, misure di salute e sicurezza, assicurazione sanitaria e protezione sociale; inoltre lotta al lavoro minorile, al lavoro forzato, allo sfruttamento dei migranti, al traffico di esseri umani e alla pesca illegale. L’Italia della pesca e dei pescatori e delle tanti marinerie deve ratificare al più presto, come già raccomandato dall’Unione europea, la Convenzione ILO C 188 sul lavoro nella pesca perché solo con l’entrata in vigore di questa convenzione sarà possibile, in tutto il mondo e nel Mediterraneo in particolare, garantire il rispetto di diritti minimi economici, sociali e di sicurezza a tutti i lavoratori della pesca e assicurare loro condizioni di lavoro sostenibili.

 

Abele Carruezzo