GNL: “stazioni di servizio”

Nel mondo dello shipping, passare ad una propulsione navale, alimentata con gas naturale, da stoccare a bordo allo stato liquefatto (GNL), più volte abbiamo scritto che sarà il business del futuro. Potrà essere una nuova opportunità tecnologica ed energetica per la “bandiera” italiana sia per i porti che per le navi; non solo per le navi, ma opportunità per l’intera filiera, dalla tecnologia e gestione dei depositi, ma soprattutto nella logistica e relative infrastrutture di approvvigionamento e fornitura di GNL alle navi.

A livello globale, si va affermando un driver ambientale (prima culturale e poi strategico operativo) sempre più incisivo che ha portato a cambiare le regole ambientali a livello internazionale in sede IMO. Norme e convenzioni si sono tradotte in una progressiva riduzione dei limiti di emissione delle navi sia nelle aree designate (cosiddette Emission Control Areas) e sia in altri mari ed oceani navigabili. Infatti, dal 1° gennaio 2020 sarà obbligatorio utilizzare un combustibile marino con tenore di zolfo < 0,5 per cento o adottare sistemi di abbattimento delle emissioni a valle con potenziale di riduzione equivalente.

La Commissione Europea, sulla spinta del Regolamento approvato dall’IMO con l’annesso VI della Convenzione Marpol, è recentemente intervenuta con una sua nuova direttiva, volta a rafforzare tale processo, compatibilmente con le caratteristiche di globalizzazione dello shipping. Per la Commissione UE è importante tagliare drasticamente le emissioni inquinanti del trasporto marittimo, realizzando un piano per la diffusione del gas naturale liquefatto (GNL) come combustibile alternativo nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nell’Atlantico. Ed è europeo il progetto COSTA (CO2 and Ship Transport emissions Abatement by LNG), avviato nel 2012 per questo scopo; tale progetto coinvolge quattro Paesi membri (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) ed è coordinato dalla Direzione Generale per il Trasporto Marittimo del nostro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e  cofinanziato al 50% dall’UE con 1,5 milioni di euro.

Già, negli ultimi mesi del 2013, il time-program è entrato nella fase conclusiva; cioè, elaborare un “master plane” per la costruzione di una rete di rigassificatori per il trasporto marittimo a corto raggio tra il Mar Mediterraneo e l’Atlantico del Nord, così come per la tratta verso le Azzorre e l’Isola di Madeira. In Italia, la Regione capofila del progetto, è la Liguria, con altre Regioni interessate dal piano, come la Toscana, Lazio, Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Marche, Veneto e Friuli. Interessati al progetto da subito, sono RINa Service Spa (capofila tecnico), Grimaldi Napoli, Grandi Navi Veloci e Regione Liguria.

L’obiettivo che persegue il Ministero ai Trasporti è aumentare il potenziale delle Autostrade del Mare abbassando i costi dei trasporti, sviluppando un mercato del gas naturale stabile e riducendo le emissioni d’inquinanti. Entro fine aprile prossimo i risultati dello studio di fattibilità integreranno quelli del progetto GNL per il Mare del Nord e Mar Baltico, già concluso. Se le raccomandazioni del progetto “COSTA” saranno attuate, i tecnici ministeriali prevedono un calo delle emissioni di anidride carbonica da trasporto marittimo del 25% nel 2020 e del 50% nel 2050.

Con un tale progetto, il sistema italiano del trasporto marittimo è ad un bivio: occorre una scelta strategica di singoli porti, di compagnie di trasporto marittimo e di fornitori di GNL, valutando prima requisiti tecnici, costi e le opportunità per una scelta politica consapevole e non di campanile. Ed allora, “stazioni di servizio” per la fornitura GNL al posto del bunker: opportunità come motore per il rilancio dell’occupazione e per recuperare la posizione di leadership dell’Europa nelle costruzioni e nelle riparazioni navali; operatori nei depositi che, visto le norme italiane vigenti sulle modalità di utilizzo e di movimentazione del gas naturale liquefatto, dovrebbero avere una bassa capacità di stoccaggio ed operatori impegnati nelle relative “stazioni” impegnate nell’alimentazione di natanti di stazza minore (flotte pescherecce, unità per la movimentazione portuale, traghetti a corto raggio, rimorchiatori e imbarcazioni di servizio).

Sull’altro versante,  una soluzione innovativa, economica e pulita per il trasporto marittimo del futuro, al fine di ridurre le emissioni senza penalizzare i traffici; inoltre, l’uso del GNL, oltre a ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, eliminerebbe anche le emissioni di solfati e ridurrebbe del 90% quelle di nitrati. Il progetto si concluderà con un workshop finale alle Azzorre previsto per il 28 e 29 aprile 2014.

 

Abele Carruezzo