Alleance P3: la Cina blocca la fusione

L’alleanza P3, tra le grandi compagnie del trasporto marittimo, subisce il veto della Cina. Alcuni giorni fa, il Ministero del Commercio di Pechino ha respinto la proposta di accordo che coinvolge tre grandi global carrier europei di container, poiché causerebbero un impatto negativo sulla concorrenza, in particolare sulle rotte Asia – Europa.

Per gli analisti del settore il “veto” della Cina sta a dimostrare la sua crescente potenza sullo scenario del trasporto marittimo ed il suo impegno su tutti i fronti a proteggere i propri interessi commerciali. Per l’alleanza P3, la danese AP Moeller – Maersk, la francese CMA CGM e la svizzera MSC, il grande mercato cinese dei container si sta rivelando difficile; qualcuno afferma che vi sono le difficoltà strutturali da superare tra un regolamento cinese e la normativa europea.

Fino ad ora, le tre multinazionali che partecipano alla P3, hanno dovuto preoccuparsi solo di regolamentazione statunitensi ed europee, trascurando le difficoltà strutturali del regolamento cinese. In Cina, l’impatto sui concorrenti nazionali è un fattore primario da tener presente per la salvaguardia delle aziende cinesi; non si dimentica la fusione liberata e approvata con condizioni nel1997, tra la Coca – Cola e la società di caffè cinese Huiyuan, bloccata poi nel 2009. Per l’alleanza del trasporto marittimo P3, dopo le approvazioni statunitensi ed europee, il veto della Cina è stato una sorpresa.

L’obiettivo era quello di tagliare i costi in Asia – Europa sulle rotte trans-atlantico e trans-pacifico, creando un sistema simile agli accordi di code-sharing tra le compagnie aeree, permettendo alle aziende di spedire container sulle navi di altre compagnie. Fra le motivazioni espresse dal Ministero del Commercio cinese, si legge che la Cina ha espresso preoccupazione e considera l’alleanza P3 non adeguata ad aumentare la capacità combinata nel trasporto container sulle rotte Asia – Europa, ma un loro sostanziale aumento della concentrazione di mercato.

Analisti cinesi affermano che il veto contribuirà a ridurre l’impatto sulle compagnie di navigazione cinesi, portando benefici anche per le imprese di altri Paesi. Infatti, per gli armatori coreani è stato un sollievo fermare la P3, poiché le loro compagnie di navigazione sono state colpite da un rallentamento globale e l’emergere di una potente alleanza come la P3 avrebbe inferto un duro colpo all’industria navale della Corea del Sud. In termini di equilibrio di potere, la Cina, bloccando questo tipo di fusione, ha dimostrato di avere capacità di presenza politica mondiale a garanzia della sua ascesa economica nel campo del commercio internazionale.

Abele Carruezzo