Capitaneria di porto di Molfetta: sequestrati frutti di mare stipati nei bagni e triglie sottomisura

Nella giornata di mercoledì 17 settembre 2014 la Capitaneria di porto-Guardia Costiera di Molfetta, a seguito di controlli lungo la filiera della pesca, ha posto sotto sequestro circa 30 kg di prodotto ittico non regolare, difforme alle norme nazionali in vigore.

L’operazione effettuata presso il mercato ittico locale denominato “minuto pesce” è stata resa possibile grazie all’attenta osservazione del personale della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera. Dopo una serie di controlli i militari sono riusciti a notare alcune cassette lasciate da parte, in stato di abbandono, nei locali adibiti a servizi igienici per lo stesso mercato ittico; in particolare, si trattava di 3 cassette di novellame di triglie, per un totale di circa 21 Kg, visibilmente al di sotto della taglia minima consentita, e un secchio contenente circa 8,5 Kg di cozze nere, in cattivo stato di conservazione. Il pescato, posto sotto sequestro per violazione delle normative sul commercio di prodotto ittico e norme igienico-sanitarie, è stato tempestivamente consegnato all’ASM per il successivo smaltimento.

Si coglie l’occasione, anche con supporto delle associazioni di categorie interessate, per sensibilizzare la locale marineria, soprattutto in vista della fine del periodo di fermo pesca, evidenziando le conseguenze dannose derivanti da simili attività illecite, sia immediate, sanzionate penalmente o amministrativamente, a seconda della fattispecie, che future. Il mare non è una risorsa con disponibilità illimitate e pertanto deve essere conservato e tutelato.

Normative nazionali e comunitarie hanno lo scopo proprio di fermare quell’attività di pesca che, non tenendo conto della sempre più carenza di pescato che affligge i nostri mari, cerca di approfittarne catturando prodotto ittico sotto la taglia minima. Tale pratica è estremamente dannosa in quanto il pesce non riesce a raggiungere l’età matura e riproduttiva, provocando, in tal modo, una reazione a catena che rischia di portare al collasso tutta l’attività di pesca.

 

Michele Puca