Operazione Archimedes: controlli nei porti europei per traffico di esseri umani e droga

Traffico di droga ma anche di esseri umani e di armi che passa dai porti europei: l’operazione Archimede, in nove giorni di attività di polizia (dal 15 al 23 settembre) per un totale di 300 azioni in 260 luoghi tra città, aeroporti, porti, coordinate da Europol in 34 Paesi (i 28 dell’Unione più Australia, Colombia, Norvegia, Serbia e Svizzera), ha portato all’arresto di 1027 persone.

“Un risultato senza precedenti” lo ha definito il direttore dell’Agenzia europea Rob Wainwright, una “pietra miliare nel coordinamento tra le polizie europee per colpire i grandi gruppi criminali e smantellarne l’insieme delle infrastrutture”.

Un’azione “fortemente voluta nell’ambito del semestre di presidenza italiana”, ha sottolineato il capo della polizia Alessandro Pansa, che auspica sempre più collaborazione tra le forze di contrasto europee, per affrontare organizzazioni ormai sempre più transnazionali, dinamiche e flessibili.

In nove giorni di azioni coordinate sono stati salvati 30 bambini romeni costretti a mendicare nelle strade dai loro aguzzini, sequestrati 599 chili di cocaina, 200 di eroina, e 1,3 tonnellate di cannabis. Sono state inoltre recuperate 13 auto di lusso rubate che stavano per raggiungere il Tagikistan a bordo di una nave cargo, e sono state identificate nuove rotte e tendenze per i traffici illegali. “Attraverso la lente di questa operazione abbiamo guardato negli occhi lo scenario reale della nuova criminalità”, ha spiegato Wainwright.

In particolare l’Italia si è occupata di immigrazione irregolare (anche con la collaborazione di Frontex), attività che ha portato all’arresto di 170 “facilitatori” di irregolari, e all’identificazione di 10mila migranti in tutta Europa. Ma l’attività degli italiani ha riguardato anche la contraffazione di beni, e le frodi intracomunitarie, e sulle accise. E per il semestre Pansa individua anche altre aree di impegno: a partire dai crimini economici, il sequestro dei beni della criminalità organizzata, ed il cybercrimine, oltre al contrasto del terrorismo di matrice religiosa, nei confronti del quale l’Italia, ha assicurato il capo della Polizia, ha rafforzato l’attività di informazione nonostante “non abbiamo informazioni specifiche – ha detto Pansa – che ci possano far temere azioni concrete contro il nostro Paese” .