Confitarma: la formazione marittima è un dovere

Si riparla di formazione marittima ed imbarco degli allievi ufficiali. Qualcuno ricorda che alle assemblee generali di Confitarma e non solo, parlare di formazione dei giovani è un dovere che crea consensi, ma non si conoscono i tempi per poter realizzare piani per renderla efficace e creare occupazione.

Oggi, invece, sia per il mondo armatoriale e per tutto il sindacato, si vuole giungere ad una stesura di rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore marittimo (ormai vecchio di oltre quattro anni e non adeguato ai tempi) che contempli l’imbarco degli allievi ufficiali con una visione più moderna, aggiornata rispetto alle ultime evoluzioni normative (alternanza scuola lavoro, apprendistato, job act ed altro).

La speranza, oggi, è che armatori e sindacati si impegnino a svolgere un ruolo strategico, in modo da  individuare misure innovative nella contrattazione sindacale, che rendano competitivo ed economicamente sostenibile l’imbarco degli allievi e dei terzi ufficiali italiani. Già, forse lo avevamo dimentica to che per anni, non avendo imbarcato allievi, ci siamo ritrovati senza non presenze italiane di terzi ufficiali, imbarcando così personale extracomunitario con tutte le difficoltà culturali ed sociali da integrare a bordo delle navi italiane.

“Noi armatori italiani stiamo investendo molto nella formazione dei professionisti del futuro, – ha detto il presidente di Confitarma Grimaldi nella sua relazione annuale – offrendo posti di lavoro e percorsi di carriera promettenti a bordo, a terra e anche negli altri comparti del cluster marittimo, in linea con le esigenze dell’industria. Attualmente, più di 38.000 studenti e cadetti stanno studiando nelle accademie marittime in Europa e, di questi, circa 3. 000  in Italia. Lo shipping sta affrontando una sfida generazionale: senza giovani professionisti del mare e uno Stato maggiore qualificato, l’intero cluster marittimo rischia di perdere la sua principale risorsa”.

Si spera che non siano solo annunci di comodo in vista di un rinnovo contrattuale, ma ci auguriamo che Istituti Tecnico Nautici, Centri accreditati per la formazione professionale marittima, Ministero dei Trasporti e Istruzione Università e Ricerca, unitamente agli Armatori italiani, riprendano le redini di un percorso di studio e di lavoro professionale, permettendo ad un settore marittimo e portuale quelle capacità a generare sviluppo ed occupazione.

 

Abele Carruezzo