Petroliera greca attaccata da pirati nigeriani

ATENE – Mentre si discutono strategie ed azioni da intraprendere contro il fenomeno della pirateria a mare, ora si attaccano anche navi all’ancora: come dire che le linee guida dell’IMO, quelle della BIMCO, “piani- security” portuali e/o terminal (e a volte di molti altri porti più noti) è solo “carta scritta” per autorità burocratiche che guardano al passato; occorrono altre e nuove strategie. Perché lo stare all’àncora di una nave è “amministrativamente”sostare in  una zona sicura in attesa di espletare le fasi commerciali successive?

E’ dell’altro giorno la notizia governativa greca, che uomini armati hanno abbordato una nave cisterna, la m/T “Kalamos”, di armatori greci e battente bandiera di Malta, mentre si trovava all’àncora al largo di Qua Iboe, terminal petrolifero nel sud-est della Nigeria, in attesa di caricazione. Il fatto grave, questa volta che ha riportato alla ribalta il fenomeno della pirateria, è l’uccisione un membro dell’equipaggio, capitano greco, e la presa in ostaggio di due marittimi ellenici e uno pachistano.

Tutto questo a dimostrazione del fatto, che il Golfo di Guinea, nell’Africa occidentale, come più denunciato, è diventato il nuovo centro della pirateria e con attacchi alle navi sempre più mirati. Al di là dell’impegno del Vice ministro ellenico ai Trasporti, Thodoris Dritsas, che si è attivato subito per liberare gli ostaggi, rimane il fatto che si è imbarcati su di una nave e si naviga per lavoro. La nave rimane ancorata al largo delle coste della Nigeria, con a bordo i rimanenti 19 membri dell’equipaggio, di cui sette marinai greci.

L’International Maritime Bureau, lo scorso anno tra gennaio e settembre, ha registrato 41 casi di pirateria e di rapina a mano armata proprio in questa zona, anche se molti altri attacchi non sono stati riportati. Il report del IMB, unitamente alla Camera di Commercio Internazionale (ICC), riferisce di 442 marittimi ostaggio dei pirati, rispetto ai 304 del 2013. Nei pressi delle acque del Ghana, lo scorso anno, sono state dirottate tre navi, una delle quali era un peschereccio destinato poi ad usarlo come piattaforma logistica per dirottare altre navi petroliere fuori dalla Nigeria.

Abele Carruezzo