UE: ESPO su nuovo Regolamento dei porti

BRUXELLES – L’European Sea Ports Organization (ESPO) è fiduciosa nella mediazione tra Consiglio e Parlamento della UE sul nuovo regolamento dei porti dell’unione. Regolamento che va avanti dal maggio 2013 (prima proposta della Commissione trasporti del Parlamento UE); marzo 2014, la Commissione decise di demandare tutto al nuovo Parlamento e così siamo a maggio 2015 per riprendere il filo.

Occasione propizia per discutere sui vari accordi politici raggiunti su tale regolamento sarà proprio la Conferenza ESPO 2015 che si terrà ad Atene i prossimi 21/22 maggio. Su alcuni punti fondamentali,  raggiunti in seno al Consiglio UE,  la ESPO non intende soprassedere ed in particolare: creare una struttura più snella e più realistica per la gestione delle procedure d’infrazione da parte della Commissione e sostituzione dell’inutile organo di controllo; sul tema dei dragaggi, la ESPO sottolinea che debba essere considerato come parte dello sviluppo e della manutenzione delle infrastrutture portuali e non come un servizio portuale; i metodi di relazioni/consultazione tra la Commissione UE sui trasporti marittimi ed utenza portuale/marittima siano gestiti da un approccio “bottom-up” più pragmatico.

Altro capitolo importante della proposta di nuovo regolamento riguarda l’autonomia dei porti europei a fissare le proprie tariffe. Tale principio di “autonomia”fu avanzato già nella proposta della Commissione del maggio 2013; poi rafforzato negli emendamenti di compromesso prima delle scorse elezioni del Parlamento europeo.

Ultimamente, il Consiglio ha alleggerito tale principio offrendo agli Stati membri la facoltà di dare più o meno autonomia ai porti o di lasciare che sia la politica nazionale a trattare e definire le tariffe portuali. In definitiva, la ESPO ricorda alla Commissione UE sui trasporti marittimi che i porti europei non sono tutti uguali; differiscono per posizione geografica, per il modello di governance e nell’organizzazione della struttura e soprattutto nelle aree di servizio dei mercati.

Inoltre, quello che si può fare da subito, nel riconoscere piena autonomia di una autorità portuale, sta nello stabilire dei livelli minimi di qualità dei servizi che ogni porto europeo può offrire supportati da un quadro normativo di riferimento per l’applicazione della libertà di organizzare servizi portuali tenendo conto delle specificità di ogni singolo porto.

Abele Carruezzo