TITOLI PROFESSIONALI DELLA LAGUNA PER IL TRASPORTO PUBBLICO

VENEZIA – Dirigere una sala macchine complessa come un ferry boat senza mai aver fatto l’ufficiale; avere un pilota di motoscafi a comandare un ferry boat senza un percorso formativo certificato.

Scenario assurdo? Tutt’altro se il Consiglio dei ministri, chiamato probabilmente il 10 ottobre 2015 a discutere l’approvazione del Decreto Legislativo sui titoli professionali della laguna per il solo trasporto pubblico, darà via libera al decreto sui titoli professionali che sembra favorire solo ACTV (Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano) a discapito di dipendenti e possessori di titoli marittimi in generale.

La vicenda è stata illustrata stamane, presso l’Hotel Santa Chiara di Venezia, da ACNL- Associazione Capitani Navigazione Lagunare delegazione del Collegio Nazionale Capitani Lungo Corso & Macchina di Venezia col presidente Lorenzo Boscolo e ANITraV – Associazione Nazionale Imprese Trasporto Viaggiatori, col presidente Mauro Ferri e il consulente nautico Alfonso Morisieri. Presente Sebastiano Costalonga, segretario regionale UGL (Unione Generale del Lavoro) Trasporti Veneto.

Il decreto, delegato al Governo con il Salva Italia (novembre 2011) del Governo-Monti “anche ai fini dell’istituzione di specifiche abilitazioni professionali per il trasporto pubblico locale lagunare”, è sostenuto esclusivamente da ACTV avendo ricevuto parere contrario dai dirigenti del Dipartimento Navigazione marittima ed interna del Ministero dei Trasporti e del Comando Generale delle Capitanerie di Porto. L’iter è quindi proseguito presso l’Ufficio Legislativo del Ministero.

Il decreto affronta in modo fuorviante la specificità di Venezia: qualora fosse opportuna una revisione dei titoli professionali spendibili nella laguna, questa dovrebbe operarsi a tutto campo e non limitarsi al solo trasporto pubblico locale lagunare. L’unico risultato del decreto sarebbe dar vita a navi marittime provviste di equipaggi muniti di “nuove patenti e qualifiche” prive di qualsivoglia logica di semplificazione e di integrazione rispetto alle attuali disposizione normative. Una decisione che, oltre a dequalificare la formazione di chi ha già acquisito titoli marittimi attraverso corsi continui aggiornamenti, implica deficit di sicurezza.

Il decreto rischia poi di scontrarsi con la normativa europea: interpellata l’EMSA (European Marittime Safety Agency), il decreto potrebbe essere impugnato alla Corte di Giustizia Europea in quanto contrario a numerose direttive UE, da ultima quella – approvata di recente dal Parlamento italiano – riguardante l’armonizzazione dei titoli professionali marittimi e della navigazione interna nella Comunità europea.

«Da indiscrezioni, essendo il testo del decreto noto solo ad ACTV, ci risulta starebbero per deliberare che a bordo di navi marittime possano esservi equipaggi con titoli e qualifiche della navigazione interna rilasciate dalla Motorizzazione Civile – sottolinea Lorenzo Boscolo, presidente ACNL –.

A nostro avviso deve valere sempre il principio europeo di libera circolazione delle professionalità, aspetto che il decreto invece non consentirebbe creando i presupposti per cui i titoli marittimi del personale ACTV, o che venisse assunto successivamente all’approvazione, decadrebbero. Siamo convinti, per esperienza quotidiana, che la specificità di Venezia e della laguna si possano gestire solo aumentando le professionalità e la profonda conoscenze del territorio e delle regole che lo governano».

«Da sempre denunciamo sprechi e cattiva gestione di ACTV. Ora che il nuovo amministratore, grazie al sacrificio di molti lavoratori, è riuscito a ripianare il bilancio chiediamo una sterzata nelle scelte aziendali rispetto quelle delle amministrazioni precedenti che, se perpetrate, vedranno nel futuro una diminuzione della professionalità del personale a bordo dei mezzi a discapito della sicurezza – spiega Sebastiano Costalonga di UGL –. Scelte in netto contrasto con le normative europee diventano pericolose per la garanzia di un servizio sicuro e la corretta regolarità.

E’ fondamentale trovare una soluzione alla questione titoli di navigazione: ci si potrebbe trovare con un titolo della navigazione per il trasporto pubblico fuori standard europeo con problemi nei bandi di gara del Trasporto pubblico locale, dove l’autista di autobus è provvisto di patentino europeo CQC mentre il comandate di unità navali si troverebbe fuori dallo standard».

«Poste le esigenze di semplificazione evidenziate dal legislatore, appare evidente la necessità di evitare l’istituzione di patenti e qualifiche professionali non perfettamente fungibili e/o convertibili con i titoli in vigore allineati alle prescrizioni di cui alle norme internazionali – commenta Mauro Ferri, presidente di ANITraV – . In tal senso appare auspicabile l’individuazione di idonee soluzioni atte a salvaguardare la professionalità del personale navigante unitamente alla competitività delle imprese di navigazione».

I danni di un’eventuale entrata in vigore del decreto caldeggiato da ACTV:
1.      chi acquisisce un nuovo titolo potrà condurre solo mezzi per il trasporto pubblico, non potrà condurre nessun mezzo per il trasporto merci (adesso permesso);
2.      se i titoli valgono solo per il trasporto pubblico di linea, con il titolo si potrà condurre solo mezzi di linea ma se utilizzati per noleggio servirà il doppio titolo (doppia spesa per l’acquisizione e il mantenimento);
3.      se ad oggi con il titolo di Capobarca si può condurre un taxi, un battello e una barca da trasporto, con l’introduzione del nuovo titolo si dovrà avere:
a.       il titolo della navigazione interna per trasporto pubblico di linea;
b.      il titolo marittimo per il trasporto pubblico non di linea (taxi, lancioni, servizi di noleggio in genere ) e trasporto merci;
4.      se ad esempio una società privata concorre per fare trasporto pubblico di linea, ma ha nella sua mission anche il trasporto non di linea, i dipendenti dovranno avere il doppio titolo;
5.      un titolo di marittimo di macchina non è più spendibile per il trasporto pubblico o trasporto pubblico di linea nelle intenzioni ACTV; qualora potesse anche essere convertito dopo 5 anni, il certificato scade non essendo la navigazione valida per il mantenimento (i possessori di titoli marittimi superiori devono fare 1’anno di navigazione nei 5 di validità del certificato);

E’ evidente che il quadro prospettato semplifica solo la gestione ACTV, che si ritroverà personale che non può più spostarsi avendo titoli e qualifiche spendibili sono per il trasporto pubblico di linea. Di certo non semplifica la vita o il percorso professionale.

L’obbiettivo di ACNL è invece mantenere le certificazioni secondo gli standard Europei (per i titoli minori e la pesca è in dirittura di arrivo verso fine anno uno specifico decreto), sopprimere l’obbligo della qualifica di Autorizzato sostituendola con un esame/corso specifico per la conoscenza delle norme e dei regolamenti della laguna.