Porto di Ravenna: il Comune ha rimosso il dosso all’ingresso dello scalo

RAVENNA – “Ringrazio Sindaco e Vicesindaco per aver ricordato l’avvio dei lavori per la rimozione del dosso formatosi all’ingresso del Porto di Ravenna, per i quali questa Autorità, a cui spetta l’esclusiva competenza su tali interventi, ha operato, con le proprie risorse, sia umane che economiche, in modo serrato e sollecito negli ultimi mesi, nel rigoroso rispetto delle procedure di legge, per addivenire in tempi rapidi all’affidamento del contratto di appalto.

Si tratta della seconda emergenza in due anni che si manifesta all’ingresso del Porto, ma mentre nel primo caso era stato possibile intervenire più velocemente grazie ad un appalto già in essere per lavori di manutenzione del fondale, quest’anno è stato invece necessario approntare una nuova procedura, con tempistiche di pubblicazione del Bando, presentazione delle offerte, aggiudicazione e stipulazione del contratto che, come ben sanno Sindaco e Vicesindaco, non sono nella disponibilità della stazione appaltante, la quale si deve scrupolosamente attenere al dettato normativo.

Né, come già in precedenti occasioni questa Autorità Portuale ha avuto modo di precisare, vi erano le condizioni per procedere con la somma urgenza, in quanto tale procedura – come noto – è applicabile solo qualora sia necessario fronteggiare eventi che pregiudicano e mettono in pericolo l’incolumità delle persone.
L’intervento di dragaggio è molto complesso ed è reso ancora più complicato dalle Leggi vigenti.

L’Autorità Portuale di Ravenna, dopo l’alluvione del febbraio scorso, ha subito convocato la Conferenza dei Servizi ai sensi della Legge 84/94, che si è chiusa, formalmente, con la firma del verbale da parte di tutti gli Enti presenti (Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, ARPA) a fine maggio di quest’anno, anche ai fini del rilascio dell’autorizzazione regionale per l’immissione in mare dei sedimenti.

L’Autorità Portuale di Ravenna, nel rispetto delle più semplici regole di legalità e trasparenza, ha dunque proceduto con un bando pubblico per l’appalto dei lavori, e, esauriti i termini delle varie fasi previste dalle Leggi vigenti (esame offerte, esclusione ditte non rispettose dei termini del bando, affidamento provvisorio alla ditta vincitrice nelle more del periodo di stand-still previsto dal Codice degli Appalti), in data 9/10/2015, ha consegnato i lavori alla ditta “La Dragaggi S.r.l.” di Marghera, vincitrice dell’appalto con un ribasso del 47,38%, il che significa per l’Ente un risparmio di 1.131.908,20 (con i quali si potrà coprire parte del significativo contributo che l’Autorità Portuale di Ravenna dal 2014 ha inserito nel proprio Bilancio – in attesa del bando del Comune –  per la manutenzione delle strade del Porto).

Dopo la consegna, nell’area interessata dall’intervento di escavo, sono stati eseguiti i nuovi rilievi batimetrici e la bonifica per gli ordigni bellici ed in data 28/10/2015 la Capitaneria di Porto ha emesso l’Ordinanza per poter procedere con i lavori di dragaggio. L’ultimazione di detti lavori è prevista, contrattualmente, entro fine dicembre prossimo, salvo avverse condizioni meteo.
Come noto, e più volte ribadito in Comitato Portuale, la Conferenza dei Servizi ha autorizzato, sulla base dei rilievi e delle analisi disponibili a marzo 2015, il dragaggio di 160.000 m3.

L’Autorità Portuale di Ravenna ha però previsto in contratto – proprio con l’intento di portarsi avanti rispetto ai possibili futuri insabbiamenti – la possibilità di dragare fino a circa 220.000m3.

Naturalmente, per fare ciò, sarà necessaria, sempre ai sensi della Legge 84/94, una seconda Conferenza dei Servizi, che il Presidente dell’Autorità Portuale convocherà per la seconda settimana di novembre, nella quale gli Enti competenti (Capitaneria di Porto, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna  e ARPA) dovranno autorizzare gli ulteriori 60.000m3.

Desidero sottolineare, infine, che l’Autorità Portuale di Ravenna, nel 2014, per la prima volta nella sua storia, ha fatto caratterizzare le due aree demaniali in alto mare iniziando una procedura di immersione a mare che è stata emulata da varie Autorità Portuali, per il suo carattere di “eccezionalità”.

In precedenza dette aree erano state utilizzate soltanto nel 1998 e direttamente dal Ministero delle Infrastrutture per quantità molto più esigue.
Il dragaggio dell’Avamporto fatto nei tempi più veloci possibili consentiti dalle Leggi vigenti, è stato ed è un lavoro di grande complessità poiché prevede l’immersione in mare di materiale preventivamente analizzato, attraverso un sistema di GPS controllato in tempo reale dalla Capitaneria di Porto e dall’ARPA Daphne di Cesenatico.

Condivido comunque – anche se tengo a precisare, solo per restituire oggettività ai fatti, che non ho avuto occasione di incontrare il Sindaco dalla data dell’ultimo Comitato Portuale – la preoccupazione delle Istituzioni locali di approntare apposite procedure più rapide per far fronte a tali eventi, e a tal proposito auspico che, anche grazie all’autorevolezza dello stesso Sindaco di Ravenna, possano essere rappresentate tali istanze al Governo e al Parlamento, che lavorano in queste settimane al nuovo testo della legge in materia di appalti pubblici”.