IMO favorevole all’accordo di Parigi sul clima

 

PARIGI – Si spera che dalle parole si possa passare ai fatti. L’accordo di Parigi sul cambiamento climatico è stato definito storico da tutte le delegazioni presenti alla COP21. Le 195 nazioni al vertice COP21 di Parigi sul cambiamento climatico hanno raggiunto all’unanimità un accordo sulle emissioni di carbonio senza includere i settori industriali marittimo ed aereo.

Detta esclusione dei settori aerei e marittimi nella risoluzione è stata contestata da molte delle associazioni ambientaliste, proprio per il fatto che oramai il mondo si muove verso la decarbonizzazione totale entro la fine del secolo. Ricordiamo che il sistema dei trasporti incide per circa il 3% del riscaldamento globale quello marittimo e quello aereo per il 5%; e che per il Parlamento europeo potrebbero costituire il 39% delle emissioni di CO2 mondiali nel 2050, se non  si regolamenteranno detti settori.

Il settore dei trasporti marittimi a livello mondiale, rappresentato dalla Chamber of Shipping (ICS) per l’intera sessione di lavoro della Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite, ha accolto positivamente l‘accordo di Parigi, evidenziando che “il settore dei trasporti marittimi rimane impegnato all’ambizioso obiettivo di riduzione dell’emissioni di CO 2 attraverso l’intera flotta mercantile mondiale; ridurre la CO2 per tonnellata-km di almeno il 50% prima del 2050 rispetto ai valori del 2007.” Fino ad oggi, l’IMO è l’unica organizzazione ad avere adottato misure di efficienza energetica che sono giuridicamente vincolanti per un intero settore a livello mondiale e che si applicano a tutti i paesi.

L’accordo sul cambiamento climatico di Parigi individua un chiaro obiettivo, cioè quello di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali e di contenere l’aumento della temperatura di 1,5°C rispetto sempre ai livelli pre-industriali. Gli standard di efficienza energetica obbligatorie per le nuove navi e misure operative vincolanti per ridurre le emissioni delle navi esistenti, sono già in vigore con la  Convenzione Internazionale esistente (MARPOL allegato V I) del 2013.

Entro il 2025, tutte le nuove navi saranno il 30% più efficienti rispetto a quelle costruite l’anno scorso. Questo, oltre ad essere un obiettivo tecnico, è un requisito legale, a dimostrazione  che IMO è l’unica e sola organizzazione adatta per identificare soluzioni appropriate e un percorso di decarbonizzazione del trasporto internazionale. Il Segretario generale dell’IMO, Koji Sekimizu, ha detto: “L’accordo di Parigi rappresenta un notevole progresso e si basa sul Vertice della Terra di Rio del 1992, che a sua volta è stato un passo in avanti. L’assenza di qualsiasi menzione specifica del trasporto marittimo nel testo finale non farà in alcun modo diminuire il forte impegno dell’IMO come regolatore del settore dei trasporti marittimi, e continueremo a lavorare per ridurre le emissioni di gas serra dalle navi impegnate nel commercio internazionale”.

La sfida lanciata dall’accordo di Parigi è estesa a tutti i settori, dai progettisti agli ingegneri navali per sviluppare le migliori soluzioni tecnologiche; a coloro che operano nella gestione e conduzione delle navi, ai marittimi e a coloro che li educano e li formano professionalmente e, soprattutto, per l’attività di trasporto, che ha bisogno di essere  adeguatamente incentivata, al fine di garantire investimenti in tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio.

Abele Carruezzo