Assologistica punta tutto sui porti gateway

ROMA – Il traffico container costituisce croce e delizia del sistema portuale italiano: l’imminente – l’aggettivazione può sembrare alquanto perniciosa – debutto di una riforma dell’intero settore dovrà condurre alla selezione di pochi scali idonei alle grandi sfide del mercato internazionale. Non è un mistero che i nostri scali paghino un pesante prezzo in tema di sdoganamento delle merci (i cui tempi medi in Italia sono pari a 4 giorni mentre nei paesi del Nord Europa si riducono drasticamente ad uno e mezzo), interazione burocratica e capacità retroportuale oltre che intermodale.

Nel dibattito in itinere è voluta intervenire Assologistica – associazione delle società di logistica e terminaliste – chiedendo al Governo italiano di “puntare soltanto su quattro porti per il traffico container”. Secondo Carlo Mearelli, presidente della compagine, “in Italia basterebbero soltanto quattro scali strategici per la movimentazione teu”.

Gli scali individuati sono Taranto per il sud, La Spezia per il nord, Trieste per l’Europa orientale e Gioia Tauro. Quest’ultimo sarebbe finalizzato al transhipment nonostante l’insistenza di numerosi dubbi”. Mearelli allude esplicitamente alle mutevoli evoluzioni in atto nel basso mediterraneo dove i porti africani (Tanger Med), mediorientali (Suez in primis), europei (Algesiras, Pireo) in questi ultimi anni hanno attuato una concorrenza estremamente serrata. “Suez – rincara la dose Mearelli – è oramai candidato a divenire piattaforma logistica dell’intero Mediterraneo”.Degna di nota è l’assenza – nella main list diramata da Assologistica – di Genova quale porto strategico poiché incapace di esprimere una retroportualità adeguata alle nuove navi portacontainer da 14-18mila teu.

“Il corridoio Rotterdam-Genova potrebbe divenire in questa prospettiva quello Rotterdam-Milano, continua Mearelli”. Assologistica, per mezzo del  suo presidente, è voluta intervenire inoltre su altri fronti critici. In tema di autotrasporto, ad esempio, l’associazione ha apprezzato gli ultimi provvedimenti dell’albo sulla certificazione delle imprese regolari attraverso il database pubblico, che finalmente dichiara quali sono le imprese associate.

Allo stesso tempo però, si sostiene che questa categoria sia “sovvenzionata in maniera sostanziosa”, attirando così anche l’attenzione della malavita organizzata. “In tema di rinnovo del contratto nazionale degli autotrasportatori – prosegue Assologistica – la via da perseguire è quella di una contrattazione unica per l’intera filiera della logistica integrata, con articolazioni interne a seconda delle attività”.

Mearelli ha poi voluto riservare un commento relativo al settore ferroviario, soprattutto in virtù del processo di liberalizzazione. “Lo Stato presidia l’infrastruttura ma il servizio va al mercato. Bisogna evitare che i soliti noti prendano la parte buona del mercato”.

Insomma, Assologistica chiede che il processo di liberalizzazione vada fino in fondo e che le grandi opere infrastrutturali vengano valutate con buon senso, con una stoccata finale alla linea Torino-Lione: “su quella linea non c’è molto traffico, i dubbi in merito alla sua costruzione permangono”.

 

Stefano Carbonara