Confitarma: precisazioni di Emanuele Grimaldi sulle affermazioni dell’armatore Onorato

ROMA – In merito all’Avviso a pagamento dell’armatore Onorato, apparso questa mattina su alcuni quotidiani nazionali, preciso quanto segue.Confitarma non sta facendo alcuna pressione per estendere i benefici della bandiera italiana ad unità di bandiera comunitaria. Esiste invece una procedura in corso in tal senso avviata dalla Commissione europea nei confronti del nostro Governo.

L’armatore Onorato, se non ritiene credibili le parole della Confederazione, può avere contezza di ciò contattando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.L’armatore Onorato, denota un’assoluta ignoranza in materia e ciò che sostiene, “da eretico” riguardo alla sua politica di occupazione di marittimi tutti italiani, è da ricondurre ad un preciso obbligo derivante da norme italiane e comunitarie che impongono l’imbarco di marittimi italiani e/o comunitari su traffici di cabotaggio nazionale. Obbligo assolto da tutti gli armatori italiani su traffici equivalenti a quelli operati dall’armatore Onorato.

La flessibilità relativa alla nazionalità degli equipaggi imbarcati su navi operanti su rotte miste (internazionali e di cabotaggio) è regolata da norme dello Stato italiano, da disposizioni ministeriali nonché, per motivi di sicurezza dei passeggeri connessi alla lingua parlata a bordo, da norme degli altri paesi interessati a quei collegamenti.La verità è che, alla base delle ripetute dichiarazioni, vi sono evidenti problemi dell’armatore Onorato a fronteggiare la concorrenza, pur beneficiando dei privilegi fiscali – come da lui citati nel suo avviso – e, in via esclusiva, di più di 70 milioni di Euro all’anno a titolo di sovvenzione su tratte coperte anche da altri armatori italiani.

L’armatore Onorato dimentica che, quando la Tirrenia era ancora pubblica, nel 1999 portò avanti una dura campagna contro lo statalismo nel cabotaggio sostenendo che i contributi statali erano un privilegio feudale che ponevano l’Italia fuori dall’Europa. E nel 2008 dichiarò “Non vedo la ragione per la quale lo Stato debba spendere denaro pubblico per sovvenzionare collegamenti che il privato già attua”.

E allora, l’appello che Confitarma rivolge al Governo è: abolire le sovvenzioni esistenti nei collegamenti marittimi con la Sardegna, laddove operano armatori italiani che garantiscono la continuità territoriale.