Ocean Alliance riceve l’ok delle Autorità americane

SYDNEY – La Federal Maritime Commission (FMC) ha definitivamente sciolto le riserve su Ocean Alliance, la neonata partnership containeristica composta da COSCOCS, CMA CGM (con la sua neo-controllata APL), Evergreen e OOCL che mira a detronizzare sia il duo Maersk – MSC denominato “2M” che i restanti operatori riuniti nel sodalizio “The Alliance”.

Era dal 16 luglio scorso, infatti, che il suddetto Vessel Sharing Agreement (VSA) giaceva in cima all’agenda dell’ente federale yankee nell’attesa che venissero dipanate alcune criticità, così come avvenuto da copione per le restanti alleanze containeristiche esistenti. Il normale iter amministrativo, difatti, era stato formalmente interrotto da una c.d. Request for Additional information (RFAI) con cui venivano avanzati al nuovo sodalizio alcuni chiarimenti in tema di concorrenza e di tutela degli operatori di mercato.

Avvalendosi dello Shipping Act del 1984, i commissari federali hanno difatti verificato se il debutto sul mercato di Ocean Alliance potesse condurre ad un decremento dei collegamenti marittimi nonché ad un corposo innalzamento dei costi per i consumatori. A tal uopo, uno dei commissari della FMC, William Doyle, ha dichiarato che “i singoli membri di Ocean Alliance, al pari della concorrenza, potranno negoziare rapporti contrattuali con i vari operatori della filiera – dalle organizzazioni dei lavoratori portuali, ai concessionari di rimorchio passando per terminalisti e fornitori esterni – solo ed esclusivamente in via autonoma, come singole società e non come unica entità. I singoli membri cureranno indipendentemente le proprie vendite e la propria gestione commerciale pur avvalendosi dell’alleanza al fine di razionalizzare le rotte e creare economie di scala.

Questa regola di condotta si rende più che mai opportuna per un operatore del calibro di Ocean Alliance: secondo uno studio dello shipping analyst Alphaliner, il nuovo operatore deterrà la posizione dominante di mercato sia sulla rotta Asia-Nord America (circa il 35%) che su quella Asia-Europa (circa il 39%). Ed è su questo tema che si giocherà la futura partita di Ocean Alliance, il cui VSA sarà presto al vaglio sia delle autorità europee che, soprattutto, di quelle asiatiche. Perché la muraglia cinese – si legga, in tal senso, il precedente dell’alleanza P3 – potrebbe creare ancora una volta qualche dissidio.

 

Stefano Carbonara