FINCANTIERI-STX: L’ITALIA BATTE I PUGNI SUL TAVOLO

TRIESTE – Recita un vecchio proverbio Oltralpe: “in Francia molti ospiti e pochi amici”. Se ne saranno abbondantemente accorti gli uomini Fincantieri alle prese con la campagna di Francia per l’acquisizione di STX France; difatti, sin dall’avvio ufficiale dei negoziati, sono state dispensate poche fanfare in onore della delegazione italiana.

Dalle autorevoli colonne di “Les Echoes” scrivono come l’intero affaire stia facendo “battere all’Italia i pugni sul tavolo”: Fincantieri non intende rinunciare alla maggioranza assoluta, e quindi al controllo, di Stx France. Il punto, rincara la dose il sito francese specializzato “Mer et Marine” del gruppo editoriale Telegramme, è per Fincantieri “non negoziabile”. Addirittura, secondo voci di corridoio, sembrerebbe che i vertici Fincantieri abbiano declinato un invito del Ministero dell’economia francese per un incontro previsto la prossima settimana.

Vi avrebbero dovuto partecipare anche il gruppo francese Dcns (la società partecipata dallo Stato francese che opera nel settore delle costruzioni di navi militari), l’armatore Msc Cruises e gli americani della Royal Caribbean, potenzialmente interessati a entrare nel capitale di Stx France.

Per il momento l’Eliseo mantiene il massimo riservo sulla questione. Al momento l’unica posizione ufficiale registrata proviene dal Segretario all’industria della Francia, Monsieur Christophe Sirugue, che ha dichiarato ai cronisti di “Les Echoes” come “le trattative siano tuttora in corso sia con Fincantieri che con il Governo italiano”, con quest’ultimo che fin dall’inizio sta sostenendo il gruppo navalmeccanico nell’acquisizione dei cantieri d’Oltralpe. Sirugue, inoltre, confida che “le prime firme vengano apposte dalle parti già verso la metà del mese di febbraio mentre, per il closing dell’intera operazione, si dovrà attendere il prossimo aprile, poco prima delle elezioni presidenziali francesi (il primo turno si svolgerà il 23 aprile)”.

Dalle parti del quartier generale di Fincantieri a Trieste il silenzio è curiale. Quello che è certo è che nei giorni scorsi l’amministratore delegato del colosso italiano, Giuseppe Bono, ribadendo la necessità da lui sostenuta da tempo di un consolidamento della cantieristica europea, aveva affermato con fermezza che, per i cantieri di Stx France Fincantieri è “portatore di un progetto industriale corretto e giusto, valido, che – aveva aggiunto – ora riteniamo che deve essere esaminato e valutato per quello che è e per la sua portata. Noi lanciamo le idee e abbiamo la determinazione per seguirle. Poi – aveva concluso – siamo anche coscienti che non tutte le cose riescono, ma abbiamo anche altre strategie di riserva”.

Come dire, il timore che la vicenda stia proseguendo “a passo di gambero” non appare così infondato; è solo una questione, perdonate la tecnicalità, di “sindacato di blocco”.

 

Stefano Carbonara