L’Italia e la convenzione sulle acque di zavorra

ROMA – Si avvicina il termine dell’8 settembre 2017 per l’entrata in vigore della Convenzione internazionale Ballast Water Management (BWMC) e già l’IMO chiede ai vari Stati membri di posticipare l’applicazione al 19 settembre 2019 per le navi petroliere esistenti. Questo perché richiede più tempo per l’installazione di sistemi di trattamento dell’acqua di zavorra, e pronti per la visita tecnico-amministrativa per il rinnovo del certificato IOPP (International Oil Pollution Prevention), dalla data di applicazione della convenzione.

E si stava procedendo alla graduale rottamazione di quelle navi che erano “più vecchie” per evitare i costi aggiuntivi e tempi per le installazioni di sistemi BWT, nettamente superiori rispetto alle navi relativamente “più giovani”. Gli shipbroker internazionali già prevedono questioni future di stazza, visto che sul mercato rimangono in vita le petroliere più vecchie, determinando eccesso di offerta di stiva, alterandone il relativo mercato. Ora, alla Convenzione tutti ne riconoscono la bontà: mira a prevenire gli effetti potenzialmente nocivi derivanti dalla diffusione di organismi acquatici trasportati nelle acque di zavorra delle navi, necessarie per garantire alle stesse stabilità durante la navigazione.

Sull’altro versante, lo shipping mondiale rileva le gravi difficoltà di fronte alla mancanza di certezze riguardo all’affidabilità e alla disponibilità d’impianti approvati dall’IMO (linee guida G8), ai pochi cantieri navali preparati per l’installazione degli impianti BWT, alle norme degli Stati Uniti non allineate con l’IMO. L’Italia, pur concordando con i principi della Convenzione, ha posticipato l’installazione degli impianti previsti rispetto alla scadenza fissata per il rinnovo dei certificati IOPP, al fine di avere la certezza di disporre più tempo necessario a rispettare la norma. Chiariamo che la norma prevede che un impianto di trattamento dovrà essere installato sulle navi in concomitanza della prima visita di rinnovo del certificato IOPP, dopo l’entrata in vigore della stessa.

Per questo, l’Italia, anticipando tutti, ha emanato un decreto, a firma dei dicasteri Ambiente e Trasporti, con il quale si autorizzano gli Organismi Riconosciuti (i Registri Navali RINa, BV e DNV-GL) a rilasciare il certificato IOPP, qualora sia richiesto, prima dell’8 settembre 2017, limitando la sua validità ad una data non successiva al 28 settembre 2020, data che coincide con l’obbligo di installare sistemi di trattamento conformi alle nuove linee guida emanate dall’IMO. Gli armatori ringraziano.

 

Abele Carruezzo