Per Ente bacini Genova riparte la privatizzazione

GENOVA – Riparte la privatizzazione di Ente bacini spa, la società che gestisce i cinque bacini di carenaggio del porto di Genova, ed è subito sciopero. Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato lo stato di agitazione e domani sciopero per l’intera giornata perché nella delibera approvata oggi dal Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, che stabilisce di avviare una gara per l’assegnazione dei bacini, non c’è la clausola di salvaguardia per i 35 dipendenti attuali.

“Si dice solo che chi subentra “si dovrà impegnare” ad assumere il personale, non c’è la certezza che lo faccia” sottolineano i tre segretari, Enrico Ascheri, Ettore Torzetti e Roberto Gulli che avevano proposto di inserire nel bando l’obbligo e non solo un generico impegno.

Per ora si tratta solo delle linee di indirizzo, non del bando vero e proprio, che verrà perfezionato e pubblicato nei prossimi mesi, ma sembra che a livello europeo la clausola sociale non sarebbe applicabile. La privatizzazione prevede che i cinque bacini siano assegnati per 25 anni ad un unico soggetto attraverso una gara che riparte da zero e prevede un investimento di quasi 32 milioni di euro per lavori alle strutture, di cui oltre 11 a carico dei privati e 20 dell’Autorità portuale. Dei cinque bacini, due dovranno essere tenuti a disposizione per “servizi di interesse generale”, cioè per chi ne faccia richiesta, uno a servizio delle navi mercantili e uno degli yacht.