UE: nuove misure su condizioni di lavoro dei marittimi

BRUXELLES – Migliorare le condizioni di lavoro dei marittimi è un dovere da parte di tutti gli armatori. Per la Commissione europea è importante per tutti quei marittimi imbarcati a bordo di navi battenti bandiera dell’UE. Ultimamente, la Commissione Ue ha proposto che la legislazione dell’Ue dovrebbe sanzionare un accordo tra le parti sociali al fine di garantire migliori condizioni di lavoro e in particolare salvaguardare i marittimi contro l’abbandono nei porti stranieri e sostenere i loro diritti a risarcimenti in caso di morte o di disabilità a lungo termine a causa di lesioni, malattie o pericoli sul lavoro.

Se le convenzioni internazionali hanno un senso ed un significato da rispettare, allora la Convenzione sul Lavoro marittimo, la MLC del 2006, stabilisce i requisiti minimi per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei marittimi, comprese le pratiche di reclutamento e collocamento, le condizioni d’impiego, le ore di lavoro e il riposo, il rimpatrio, il congedo annuale, il pagamento dei salari, alloggio, strutture ricreative, cibo e ristorazione, oltre alla sicurezza,la salute, le cure mediche, i servizi di assistenza onshore e protezione sociale.

Il Commissario per l’occupazione, gli Affari Sociali, le Competenze e la Mobilità sul lavoro, Marianne Thyssen, ha detto nel presentare la nuova proposta: “ Il trasporto marittimo resta cruciale per lo sviluppo economico europeo. La proposta rafforzerà la protezione dei marittimi e rafforzerà la concorrenza leale nel settore marittimo. Le migliori condizioni di lavoro renderanno inoltre più attraente il settore dei trasporti per i giovani europei”.

Tutti conoscono la natura globale dell’industria marittima: tante e diverse leggi nazionali applicabili secondo lo Stato della proprietà della nave, dello Stato di bandiera o della nazionalità dell’equipaggio. Tutta questa legislazione rende difficile per i marittimi una dovuta garanzia di migliori condizioni di lavoro a bordo delle navi ed in particolare trattare casi di abbandono in vari porti del mondo, di infortunio o di morte.  La proposta Ue migliorerà la protezione dei marittimi in caso di abbandono, anche quando l’armatore della nave non dovesse pagare salari contrattuali per un periodo di almeno due mesi o quando l’armatore abbia lasciato il marittimo senza sostegno economico per eseguire le operazioni necessarie per la manutenzione della nave e la sua conduzione. Si è sicuri che una tale proposta, oltre a produrre benefici ai marittimi, eliminerà le complicate conflittualità che le varie Autorità Portuali si troverebbero ad affrontare per abbandono di marittimi in porti esteri.

Allo stesso modo, si eviteranno lunghi ritardi nei pagamenti di sinistri, e di abbattere la burocrazia che i marittimi o le loro famiglie incontrano spesso in caso di abbandono o caso di morte o di disabilità a lungo termine derivanti da incidenti o malattie da lavoro.  La proposta europea vuole essere uno strumento unico e coerente per incorporare tutte le norme aggiornate applicabili al lavoro marittimo internazionale, come recita l’International Labour Organisation (ILO) con l’adozione della Maritime Labour Convention (MLC) del 2006.

Ricordiamo che tale Convenzione è stata ratificata da ottantuno nazioni, compresi tutti gli Stati membri dell’Ue tranne l’Austria, la Slovacchia e la repubblica Ceca.  Il 5 dicembre 2016 le parti sociali del settore europeo dei trasporti marittimi, (ECSA- associazione degli armatori – e ETF – federazione europea dei lavoratori dei trasporti), firmarono un accordo di modifica della direttiva 2009/13 per accogliere varie modifiche proprio nello specifico caso di abbandono di marittimi in porti esteri. . La nuova proposta presentata dalla Commissione Europea recepisce nel diritto dell’Ue questo accordo.

 

Abele Carruezzo