UE: gestione più efficiente e responsabile dei rifiuti prodotti da navi

STRASBURGO – La Commissione europea finalmente ha pubblicato la nuova proposta di revisione della direttiva sulla ricezione da parte dei porti dei rifiuti prodotti dalle navi e sugli impianti di ricezione degli stessi (PRF). Si tratta di una proposta di direttiva del Parlamento europeo  e del Consiglio relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti dalle navi, che abroga la direttiva 2000/59/CE e modifica la direttiva 2009/16/CE e la direttiva 2010/65/UE.

L’Europa sin dal 2000 ha emesso direttive per dotare gli Stati membri d’impianti portuali di raccolta adeguati, unitamente all’obbligo di conferimento dei rifiuti agli impianti, al fine di limitare il rischio che le navi scarichino in mare i propri rifiuti. Si stima che i rifiuti oleosi da navi annualmente ammontano a 31.000 metri cubi; le acque reflue in 136.000 e rifiuti solidi dalle 60.000/300.000 tonnellate; oltre agli oneri amministrativi della direttiva (stimati 127 milioni di euro/anno) che gravano sull’intero settore dei trasporti marittimi.

La nuova proposta mira sempre a proteggere l’ambiente marino mediante una riduzione degli scarichi a mare, dando un contributo agli obiettivi più ampi della circular economy; ma soprattutto mira ad agevolare le operazioni marittime mediante una riduzione degli oneri amministrativi. L’azione a livello dell’UE si è resa necessaria per conseguire un’attuazione armonizzata della normativa concordata a livello internazionale (MARPOL) per affrontare il problema dell’inquinamento causato da navi; creare soprattutto parità di condizioni per i porti e di tutta l’utenza portuale al fine di aumentare la competitività del settore.

L’ESPO, associazione dei porti europei, ha accolto in linea di principio la nuova proposta e ritengono che le disposizioni porteranno ad una migliore applicazione dell’obbligo per le navi di consegnare i rifiuti negli impianti portuali dedicati. Sono favorevoli all’allineamento delle specificità della direttiva con la Convenzione Internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (MARPOL). In particolare, l’ESPO ritiene che affrontare i rifiuti dalle navi da pesca (reti da pesca) e dalle imbarcazioni da diporto porterà ad una politica più ampia per affrontare il problema dell’inquinamento marino.

Il sistema tariffario introdotto dall’attuale direttiva, in base alla quale le navi pagano una tariffa minima fissa al porto scalato, indipendentemente se consegnino rifiuti o meno, ha certamente contribuito ad una raccolta maggiore per gli impianti a terra. I porti europei sono cauti sul fatto che le navi possano consegnare quantità illimitate di spazzatura, compresi rifiuti pericoli e residui del carico per una tariffa fissa poiché questo non sarebbe efficiente e non responsabile. Saranno, tuttavia, le varie Autorità portuali a decidere eventuali sconti sulle tariffe, senza dimenticare che la ricezione e la gestione dei rifiuti hanno dei costi. La proposta della Commissione passa per seguire l’iter dell’approvazione definitiva.

 

Abele Carruezzo