I marittimi italiani equiparati a quelli europei

ROMA – Le nostre osservazioni sulla tutela dei lavoratori marittimi in caso d’insolvenza degli armatori le avevamo esposte già in febbraio 2018, quando il Governo Gentiloni diede approvazione a due direttive europee. Si trattava delle direttive, la 1794/2015 e la 844/2016, approvate per evitare infrazioni da parte della stessa Ue.

Con grande enfasi fu detto che l’ordinamento nazionale dei lavoratori di adeguava alle norme europee, ampliando le tutele e garantendo pari condizioni contrattuali all’interno del mercato unico. Allora il sindacato nazionale unitario e autonomo rimarcò che non tutto era uniformato e chiedeva con forza l’equiparazione del lavoratore marittimo alle altre categorie di lavoratori. E’ di oggi la dichiarazione del coordinatore nazionale della Fit-Cisl, Giovanni Olivieri, dopo l’audizione presso Camera e Senato:  “Esprimiamo la nostra soddisfazione perché nel decreto legislativo che attua la direttiva europea 1794/2015 sono state recepite le nostre osservazioni; ora quella marittima è equiparata alle altre tipologie di lavoro”.

E ancora, “Il d.lgs. introduce – prosegue Olivieri – i Comitati aziendali europei, che sono luoghi di rappresentanza all’interno di aziende che hanno due o più sedi in paesi europei; norme su trasferimento d’impresa; diritto d’informazione e consultazione; procedure sui licenziamenti collettivi; tutela dei lavoratori in caso d’insolvenza dei datori di lavoro”. La seconda direttiva, l’844/2016, più tecnica, si riferisce alla sicurezza delle navi passeggeri, per prevenire e ridurre incidenti e sinistri in mare. Il decreto legislativo che attua le direttive europee, comprende anche le tecniche riguardo alla protezione contro il rumore a bordo, sia in navigazione e sia in porto; le regole tecniche di costruzione dei timoni e della loro capacità evolutiva; i piani e procedure di recupero dell’uomo in mare; le caratteristiche delle serrande tagliafuoco e tagliafumo; la resistenza al fuoco dei ponti e delle paratie (rischio di trasmissione del calore in prossimità delle intersezioni e delle estremità delle barriere termiche).

Tali direttive europee, su incipit dell’IMO, furono emesse a seguito d’importanti e severi sinistri marittimi, come il caso della Costa Concordia. Il Governo italiano, dopo due anni e sugli ultimi giorni del suo mandato, ha decretato l’adeguamento a tali direttive. Nel prosieguo dell’audizione, il coordinatore nazionale Fit-Cisl, Olivieri, in risposta alle numerose domande sul Registro internazionale, ha rimarcato che “…  il ricorso a personale straniero è motivato anche dalla carenza di alcune figure professionali dovuto ad un vuoto normativo tutto italiano, e comunque siamo disponibili a fornire tutti i chiarimenti su questo argomento in un incontro specifico.” Le navi crescono in dimensioni, le connessioni a tecnologie avanzate di navigazione sono sempre più complesse, le infrastrutture portuali si adeguano con fatica all’integrazione di una filiera logistica più articolata, l’evoluzione informatica avanza, e la c.d.“buona scuola” che fa?

 

Abele Carruezzo