Periti navali preparati e addestrati

SHIRIVENHAM – La Cranfield University, ubicata a sud di Londra, in una vallata a sette miglia da Swindon, è da sempre impegnata a formare periti navali e a costruire nuove competenze. Oggi, uno studio sistematico sui sinistri marittimi, occorsi a navi mercantili, al di là delle inchieste espletate da Enti preposti come le Autorità Marittime e quelle Giudiziarie, si rende necessario per gli scenari tecnologici in continua evoluzione che stanno interessando il settore.

Molti studiosi di “accident investigation” concordano nell’affermare che il concetto di “Black Box Thinking”è uno strumento efficace per migliorare le prestazioni portando le indagini sempre più nel mainstream tramite l’apprendimento dai sinistri marittimi. Un tale approccio richiede la disponibilità di periti investigatori addestrati e competenti. Molte delle principali organizzazioni marittime e compagnie di navigazione del mondo sono interessate ai corsi unici dell’Università di Cranfield sulle inchieste di vari incidenti. Recenti sinistri, come la collisione tra l’USS Fitzgerald e la portacontainer ACX Crystal al largo delle coste del Giappone in giugno, confermano che gli incidenti in mare continuano purtroppo a verificarsi con conseguenze mortali.

Occorre sviluppare una cultura dell’apprendimento dalle indagini riportate nell’incidente e si spera che “lezioni” coerenti e concordate possano essere rese disponibili da subito. Siamo però convinti che la realtà processuale  ci consegna le relazioni finali delle inchieste sui sinistri, contenenti analisi dettagliate e fattori causa, molto tempo dopo.

Conosciamo perfettamente la complessità delle metodologie di condurre un’indagine accurata e approfondita: colloqui e testimonianze efficaci – analisi rigorosa sui quattro filoni (prove su persone, prove fisiche, sui dati e prove documentari) – redigere rapporto chiaro con le dovute raccomandazioni; tutte skills di un perito competente ed addestrato. Un’indagine pubblicata di recente informa del calo del numero di perdite parziali e totali in casi di incidenti marittime; mentre in aumento quelle relative a navi passeggeri e dei traghetti e gli incendi sulle portacontainer.

Nuove tecnologie per l’automazione e il monitoraggio delle navi, si pensa, possano contribuire a ridurre l’impatto degli errori umani; tuttavia, questi nuovi approcci aumentano l’eccessivo affidamento sulla tecnologia. Inoltre, sia crea una crescente dipendenza dagli strumenti di navigazione elettronica, contro le competenze tradizionali, comportando nuovi rischi e potenziali scenari d’incidenti, con effetti negativi sulla sicurezza stessa della navigazione.

Il MAI (Marine Accident Investigation Branch) ha recentemente pubblicato un’indagine esemplare sul piano di ormeggio fallito sulla nave LNG Zarga a Milford Haven, nel marzo 2015. Dalla lettura della relazione d’indagine, fa cronaca il fatto che l’indagine abbia richiesto più di due anni per la stesura finale. Il rapporto evidenzia una serie di fattori che hanno influenzato non solo la conduzione delle operazioni di ormeggio, ma anche la progettazione del piano di ormeggio e gli stessi cavi utilizzati. La Cranfield University rilancia, da tre anni, un corso multimodale di tre settimane, su “Fundamentals of Accident Investigation”, sviluppato su investigazioni degli incidenti occorsi negli ultimi tre anni nel Regno Unito nei settori air, rail e marine.

Il corso si svolge tre volte l’anno e si basa sulle competenze chiave richieste da un perito su incidenti di sicurezza, sulle abilità pratiche di indagine e con conoscenze teoriche sulle procedure d’indagine. Gli elementi chiave del corso includono gli esercizi simulati d’incidente, che incorporano un incredibile livello di fedeltà e workshop tenuti nell’esclusivo laboratorio di sinistri di Cranfield.

 

Abele Carruezzo