I piloti del porto entrano nel futuro

ROMA – I piloti di porto italiani affronteranno il futuro “studiando”. E’ stato firmato il Decreto Interdirigenziale sulle “linee guida per la formazione iniziale e l’aggiornamento professionale dei piloti dei porti”. Linee guida che rispondono alla Risoluzione IMO A.960 del 2003 relativa alle “Raccomandazioni sull’addestramento e la certificazione e le procedure operative per i piloti marittimi diversi dai piloti d’altura”. Il decreto è stato approvato e controfirmato dal Comandante delle Capitanerie di Porto e Guardia Costiera, Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino, e dal dirigente della Direzione Generale del MIT, Dott. Mauro Coletta.

E’ nota l’importanza della presenza del pilota a bordo di una nave in entrata/uscita da un porto; un ruolo importante e fondamentale di supporto tecnico sia ai comandanti delle navi sia per le Autorità Marittime. Ruolo che si evoluto nelle proprie prestazioni professionali, dovendo affrontare il fenomeno delle grandi navi e nuove infrastrutture portuali.

Evoluzione tecnologica che ha impegnato e impegna sempre più i piloti dei porti nel garantire adeguata ship safety e salvaguardia dell’ambiente marino. Per questo, la risoluzione IMO invitava (2003) gli Stati membri a verificare e certificare il mantenimento di un’adeguata relazione tecnico-professionale tra pilota, comandante della nave e Ufficiale in servizio di guardia per assicurare la sicurezza dell’attività di pilotaggio. Gli Stati dovevano, e oggi l’Italia deve verificare e certificare la formazione iniziale dei piloti, l’aggiornamento professionale dei piloti che operano nei porti nazionali proprio secondo le norme, obiettivi e programmi IMO.

Si dovrà frequentare il corso di Bridge Resource Management e ottenere il relativo certificato. Non sono interessati i piloti che alla data di entrata in vigore del presente decreto abbiano maturato i venticinque anni di servizio come pilota effettivo e/o saranno posti in quiescenza entro il 31 dicembre 2023.

 

Abele Carruezzo